I segni iglesienti dell’arte di Francesco Ciusa

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Dal monumento ai caduti in piazza Oberdan a “La vita”, le opere nella città di Iglesias del celebre scultore nuorese

di Clara Del Valle

Le opere e la produzione di Francesco Ciusa, scultore nuorese nato nel 1883, morto a Cagliari nel 1949, sono diffuse e conosciute in Italia e nel mondo. Come si legge nel libro sullo scultore scritto da Giuliana Altea per Illisso, edito nel 2004, “la scultura moderna comincia in Sardegna con Francesco Ciusa, artista la cui vicenda assume per il mondo intellettuale sardo del primo Novecento un valore quasi simbolico”. L’autrice si riferisce alla premiazione dell’artista, alla Biennale di Venezia del 1907, del suo gesso “La madre dell’ucciso”, evento che fu interpretato dai sardi come un evento simbolico, che ha aperto una nuova era per la cultura isolana. Una varietà di materiali, temi, forme, diverse tipologie di oggetti, tutti uniti da uno stile inconfondibile fatto di forme sinuose e forti rappresentazioni della società sarda tra Ottocento e Novecento.
Anche Iglesias, nel suo piccolo, ha visto il passaggio di questo grande scultore: in questo senso la sua opera più famosa è il monumento ai caduti che si erge in piazza Oberdan, accanto alla centralissima e principale piazza Sella. L’opera scultorea fu commissionata all’artista da un comitato locale nel 1921, subito dopo la Prima guerra mondiale. Realizzata scolpendo un unico blocco marmoreo, venne portata a termine nel 1928 nonostante già nel settembre del 1923 Ciusa avesse tradotto dal primo bozzetto un modello di creta di grandi dimensioni. A una prima vista apparentemente confusa, se guardato meglio, il gruppo marmoreo rivela un sofferente intreccio di corpi. Al centro un milite seduto, che regge fra le braccia un torso mutilo di un caduto; lo trattiene con la mano tesa tenendo il capo basso, ricordando una sorta di pietà; a lato, protetti dallo stesso milite e dal suo scudo, si scorgono le figure di una donna e un bambino, probabilmente madre e figlio. La guerra è il tema centrale dell’opera ma non è rappresentata come impresa gloriosa, bensì come un doloroso sacrificio. È per questo motivo che il monumento non piacque del tutto al comitato che l’aveva commissionata, così il comune di Iglesias obbligò l’artista ad inserire una vittoria alata, perché fosse aggiunta un’immagine di gloria a quella, predominante, della sofferenza. L’artista obbedì e realizzò la vittoria alata che tutt’oggi sovrasta la struttura, ma lo fece evidentemente controvoglia dato che poi decise di sconfessare il suo lavoro che è comunque ritenuto uno dei suoi capolavori.
Ma c’è un’opera nascosta di Ciusa, che si trova attualmente nel Palazzo Comunale in piazza Municipio, in quello che era l’ufficio del sindaco. La piccola statua è stata trovata casualmente nel 2009 nell’archivio dell’ex pretura, e in un’occasione nel 2010 era stata anche resa visibile al pubblico presso la sala Remo Branca, da poco inaugurata, ed era stata invitata anche la nipote dell’artista nuorese, Maria Vittoria Ciusa Mascolo. Nella piccola statua sono raffigurati l’artista stesso, sua moglie e la madre di Maria Vittoria Ciusa. “Eravamo a conoscenza dell’esistenza della scultura – ha ricordato la nipote dell’artista in quell’occasione, come ricordato da “La Nuova Sardegna” in un numero dell’aprile del 2010 – ma non sapevamo chi ne fosse in possesso. Indubbiamente quando ci è stato comunicato che la scultura era stata ritrovata abbiamo provato una forte emozione e questo sentimento mi riguarda personalmente perché la bambina tra i due adulti è mia madre. Mio nonno sicuramente ha lavorato ad Iglesias intensamente per l’amicizia e l’interesse artistico che lo legava a Remo Branca”. L’opera originale, il cui titolo ufficiale è “La vita” ma è conosciuta anche come “La famiglia dell’artista” è stata scolpita in gesso tra il 1927 e il 1930, provvista originariamente di un manto ruvido dei partecipanti alla scena. Tale manto non venne riportata nelle copie successive, nelle quali l’artista tornò alle sue tradizionali superfici levigate. Infine, anche la sala consiliare del Palazzo Comunale di Iglesias, quando fu interessata da lavori di ampliamento e sistemazione a partire dal 1917, ebbe il contributo dell’artista nuorese. Alla fine degli anni Venti Francesco Ciusa progettò e iniziò le decorazioni alle pareti, che furono terminate da Remo Branca sulla linea del progetto di Ciusa, questo anche a confermare quelli che erano i rapporti di amicizia, e anche la sintonia artistica, che univano i due artisti.

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