Carloforte presa d’assalto, sabato 22 settembre, per il concerto “libero” del cantante
di Nicolo Capriata
Gianni Morandi in concerto “libero” a Carloforte. La cronaca dell’anteprima riferisce di una moltitudine di gente di ogni età, proveniente dal Sulcis come dal nord Sardegna che per tutta la giornata di ieri si è sottoposta a file estenuanti alle biglietterie dei traghetti negli scali di Portovesme e di Calasetta e che poi giunta a Carloforte come liberata da un peso (anche perché in tanti non si sono imbarcati: non è stato assicurato il loro rientro nelle corse notturne perché complete fino alle otto del mattino, nonostante fossero state aumentate per l’occasione), spensierata e felice si è riversata per le vie della cittadina affollando bar, paninerie, pizzerie e ristoranti. Da aggiungere che tanti erano già giunti sull’isola nei giorni prima occupando pensioni e bed & breakfast. La cronaca del concerto, con il palco allestito sul lungomare, sul molo Centrale, racconta di un Gianni Morandi in forma smagliante, che per oltre due ore abbondanti con la sua carica giovanile, ad onta delle tante primavere sulle spalle, e con il suo entusiasmo ha coinvolto una marea di persone che ha ballato e cantato con lui, quasi all’unisono, cinquant’anni di successi, cinquant’anni di motivi felici che hanno fatto felice più di una generazione (si sono visti nonni e nipoti cantare insieme).
Dalla cronaca all’analisi dell’evento. La prima considerazione (facile e sicuramente notoria) è che spesso la musica, come è accaduto sabato sera sul lungomare carlofortino è una componente dell’animo umano liberatoria e unificante. Vedere tanta gente che senza distinzioni d’età e di condizioni (tanti erano i diversamente abili) così unita nella gioia e nella spensieratezza, pronta (se solo gli fosse stato chiesto) a dar vita ad un chilometrico girotondo di amore e di pace, è stato davvero commovente. La seconda considerazione è che Gianni Morandi non è solo un grande artista, ma è anche un uomo semplice che capisce anche le esigenze del suo pubblico. Nel concerto di sabato sera, che ha ricalcato in tutto o quasi la tournée estiva “d’amore, d’autore” ha inserito “Non potho reposare” per omaggiare la Sardegna. L’ultima considerazione che si raccorda con la precedente è che il cantante di Monghidoro è un “ragazzo” carico di umanità che sa coinvolgere la massa e capire il singolo. A Carloforte dove è giunto lo scorso anno per le riprese della fiction de “L’isola di Pietro” praticamene conosce tutti: lo ha affermato dal palco durante il concerto. In questi giorni mentre si stanno ultimando le riprese della seconda serie, che andrà in onda alla fine di ottobre in prima serata su Canale 5, è facile incontrarlo fermo in un angolo della cittadina a conversare bonariamente con la “vecchietta” o a fare un selfie con la ragazzina contenta di esibirlo quasi subito sui social. “Le giornate a Carloforte sono sempre splendide. Tra me e i carlofortini si è creato un rapporto speciale”. Ha detto facendo trasparire il suo amore per la cittadina isolana. Che poi ha manifestato apertamente durante il concerto. In tabarchino, si proprio in tabarchino ha affermato anémmu e venimmu cu Pàize fissu intu cö, andiamo e veniamo con Carloforte sempre nel cuore. Più di un carlofortino gli vorrebbe conferire la cittadinanza onoraria.
Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 32 del 30 settembre 2018