Focolari domestici e parrocchie, la Chiesa non si ferma

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Catechesi, uso dei social e creatività pastorale al tempo del Covid-19. Dialogo con don Maurizio Mirai, direttore dell’ufficio catechistico diocesano

di Valeria Carta

In un tempo che ha messo il lucchetto a tutte le iniziative didattiche, di qualunque natura e genere, anche la formazione cristiana sembrerebbe essere andata in pausa. Le comunità religiose e parrocchiali hanno dovuto sospendere tutti gli incontri di catechismo in presenza che rappresentavano uno dei canali preferenziali, soprattutto per i più piccoli, per conoscere quell’amore che ci aspetta da tutta l’eternità, che ci ha creato, e che ci conosce profondamente.
Nelle parrocchie sono tante le iniziative portate avanti dai parroci in primis, coadiuvati dai collaboratori laici. La creatività dello Spirito ha ispirato tanti di loro con modalità e tempi sempre diversi ma che presentano un comune denominatore: la volontà di essere presenti nella vita della comunità.
Il nostro viaggio tra le realtà pastorali al tempo del coronavirus, inizia dall’ufficio catechistico diocesano che si prende cura di questo aspetto formativo sotto la direzione di don Maurizio Mirai.

Dove eravamo rimasti. Una promessa alla situazione odierna è doverosa. La rete intessuta negli ultimi cinque anni ha garantito a molte parrocchie di stringere un legame profondo con questa realtà diocesana, le cui iniziative mirano ad arrivare ai più piccoli, ma anche a ragazzi e giovani desiderosi di approfondire importanti aspetti di fede.
Il cammino della diocesi proseguiva a passo spedito prima di questo stop imposto. Solo pochi mesi fa, il 16 febbraio, anche la diocesi di Iglesias è stata coinvolta nel convegno regionale dei catechisti, organizzato ad Arborea. L’evento ha avuto una grande risonanza soprattutto per quanto riguarda un certo cambio di passo nello stile formativo. “Abbiamo riscontrato molto entusiasmo da parte dei catechisti sardi”, ha precisato don Maurizio. Il convegno, al grido di “tutti siamo diversi”, puntava a mettere in evidenza un tema di grande attualità legato appunto alla diversità o alla disabilità. “Ha veramente aperto un orizzonte nuovo anche per la nostra diocesi”, ha precisato il direttore, commentando gli esiti del convegno. L’ufficio, infatti, avendo già ricevuto alcune richieste dalle stesse parrocchie, stava lavorando su questa prospettiva e gettando le basi per un incontro che non si è potuto svolgere a causa dell’impellente crisi sanitaria che ha bloccato tutta l’Italia.

Una Chiesa che fa rete. Nonostante tutto, il coronavirus non ha certo fermo l’attività di catechesi. L’ufficio catechistico, con le parrocchie che già collaboravano, ma anche con altre che si sono affacciate più di recente a questa realtà, sono rimasti attivi con le modalità che avevano a disposizione. “Il coronavirus ha permesso che si fermassero alcune attività ma non la catechesi”, anzi questa si è potenziata soprattutto a livello familiare.
L’équipe, nella pagina facebook dell’ufficio diocesano, che si è rivelato un ottimo strumento di diffusione del messaggio, condivide diversi materiali di formazione che hanno permesso di continuare a sostenere a distanza i catechisti, rafforzando il servizio di pastorale e rispondendo ai molti che si sono chiesti come e cosa poter fare in questo tempo di prova. Don Maurizio, instancabile e desideroso di spendersi per la comunità, ha colto la palla al balzo per incrementare il lavoro in rete con i catechisti locali, che ha assunto però una dimensione ben più ampia se si pensa che i rapporti di collaborazione vanno ben oltre i confini convenzionali di una diocesi. “A livello regionale c’è stato un grande scambio di informazioni”, dettato anche dal fatto che ogni direttore, afferente ai vari uffici diocesani, sta lavorando insieme agli altri per un risultato comune. A mantenere le redini di tutte queste realtà poi, ancora una volta la madre Chiesa, che attraverso la CEI, ha creato un sistema di comunicazioni e di scambio nazionale che si alimenta anche nell’incontro virtuale con il nuovo direttore generale, don Valentino Bulgarelli.
Si evince chiaramente un complesso sistema a matriosca, il cui obbiettivo è quello di creare una rete che, districandosi sul territorio, riesce ad arrivare fino alla più piccola realtà parrocchiale italiana.
Questo “periodo di prova”, come lo chiama don Maurizio, “sta tirando fuori il meglio di noi”, consolidando quei “pilastri cristiani che sono la catechesi, la liturgia e la carità”. Un messaggio chiaro quello dell’ufficio catechistico, di supporto ad ogni parroco che ha il diritto e dovere di garantire la catechesi ai fedeli. “Mantenere i rapporti prima di tutto”, questo il messaggio a più livelli, rapporti che sono fatti di “presenza”, ma anche di condivisione di esperienze. Tutti tasselli di un puzzle che mostrano la volontà di non abbandonare nessuno.

La realtà locale. Don Maurizio, oltre a essere il direttore dell’ufficio diocesano, è anche il parroco della Beata Vergine del Rosario a Villaperuccio e quindi sperimenta in prima persona le modalità e le possibilità che questo tempo offre per stare vicino alle famiglie. Perché sono proprio loro, i focolari domestici, oggi ad essere il nucleo della fede per i propri figli. In questi mesi di forzato allontanamento fisico dalle chiese, tuttavia i sacerdoti hanno trovato molti modi social per arrivare nelle case di tutti. Don Maurizio per esempio è tra i primi ad aver inaugurato momenti di liturgia e preghiera in diretta facebook. La sua è la testimonianza di chi ha potuto vedere tante famiglie riunirsi attorno al tavolo per recitare il rosario insieme ai propri figli. Non è poi mancato il lavoro costante delle catechiste parrocchiali che, per esempio, nella Settimana Santa, hanno inviato video e canti ai piccoli per aiutarli a vivere questo momento cruciale dell’anno liturgico. Di recente, invece, in occasione dell’apertura del mese mariano, i bambini sono persino diventati autori di preghiere che vengono poi lette dal loro parroco durante il rosario giornaliero. Un atto di amore per la Mamma celeste, che fa sentire tutti più vicini.
Ciò che muove tutte queste iniziative è la cosiddetta “logica della presenza”, un desiderio vero e forte di essere li, accanto ad ogni fedele, ad ogni famiglia, ad ogni vita che non può essere lasciata sola.
La realtà che Cristo ha messo davanti al suo popolo è fatta di tante sfaccettature, tra queste una che non possiamo ignorare: il potenziamento della chiesa domestica che sta cercando di crescere ogni giorno di più.
Come ha giustamente sottolineato don Maurizio, queste sono solo alcune delle modalità possibili in questo tempo. Come scopriremo più avanti, tante parrocchie cercano di moltiplicare gli sforzi in questa fase di attesa. Con la speranza di tornare presto alle consuete attività, anche nella Chiesa diocesana la formazione non si ferma, la Chiesa non si ferma!


Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi” n° 17 del 10 maggio 2020

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