Eucaristia quotidiana, vivere nella condivisione

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La solenne celebrazione del Corpus Domini nella cattedrale di Iglesias e la professione di due nuove consorelle del SS. Sacramento

di Giampaolo Atzei
foto di Efisio Vacca

“Lasciamoci guidare dalla Parola di Dio”. Con questa esortazione mons. Zedda ha aperto la sua riflessione nell’omelia pronunciata domenica sera, nella cattedrale di Iglesias, durante la celebrazione del Corpus Domini da lui presieduta col parroco di Santa Chiara don Francesco Pau e altri sacerdoti delle parrocchie cittadine. Dal pane e il vino offerti da Melchisedek, re e sacerdote, alla moltiplicazione dei pani e dei pesci narrata nel Vangelo di Luca, le letture nella solennità del Santissimo Sangue e Corpo di Cristo sono la prefigurazione della celebrazione eucaristica, invito “a portare la nostra vita davanti al Signore – ha detto il vescovo – perché siamo consapevoli che lui ci chiama ad essere suoi figli in pienezza e in cambio riceviamo pane e vino che non sono solo il nutrimento del nostro corpo o la bevanda per la nostra gioia ma un sacramento pieno di significato per la nostra vita cristiana”. “A lui dobbiamo fare riferimento se vogliamo vivere nella pienezza della grazia di Dio e rispondere alla sua proposta di donazione di sé stesso, del suo corpo e del suo sangue” ha proseguito mons. Zedda ricordando come “il nostro uscire di casa e venire insieme per celebrare l’eucaristia è un gesto pieno di significato e che chiede a ciascuno di noi un rinnovo di impegno e di responsabilità nell’annunciare la morte del Signore e la sua risurrezione”.
Dal Vangelo di Luca sul miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che “riconosciamo come un anticipo della celebrazione eucaristica che il Signore dirà ai suoi discepoli di compiere durante l’ultima cena”, il vescovo ha voluto sottolineare l’atteggiamento degli apostoli che Gesù rifiuta: vista la numerosità dei presenti, l’ora tarda e il non aver nulla da dar loro, essi chiedono a Gesù che congedi la folla, che si arrangino in qualche modo. “Molte volte il nostro atteggiamento somiglia a quello degli apostoli – ha sottolineato il vescovo – invece da Gesù arriva una raccomandazione che è importantissima per noi, oggi e ogni giorno della nostra vita: voi stessi date loro da mangiare”. “Questa è una delle difficoltà che noi proviamo sempre nella storia della nostra vita cristiana – ha continuato mons. Zedda – diciamo che siamo pochi, non sappiamo cosa fare, non abbiamo la possibilità di intervenire, non riusciamo a risolvere i problemi. Gesù invece propone un altro modo di affrontare i problemi, quello della condivisione”. “Parlando di questa pagina del vangelo – ha detto ancora il vescovo – più che della moltiplicazione dei pani dovremmo chiamarla della condivisione dei pani, dello spezzare il pane” perché questo è ciò che ha fatto Gesù, benedicendo e spezzando quei pochi pani nella cesta, che sono poi diventati cibo a sazietà, da avanzarne dodici ceste, per migliaia di persone. In quel gesto della frazione del pane, come l’eucaristia era chiamata all’inizio della Chiesa, lo stesso gesto che permise ai discepoli di Emmaus di riconoscere Gesù che li aveva accompagnati lungo la strada senza che loro lo riconoscessero, anche “noi siamo qui per spezzare un pane che è Cristo – ha proseguito mons. Zedda – il pane della sua parola e il pane del suo corpo ma l’invito a partecipare a questa frazione del pane richiede in noi un atteggiamento diverso anche nella vita quotidiana”. L’atteggiamento che ci viene così chiesto è quello della condivisione, del “tener conto di tutti i nostri fratelli, sarà il Signore stesso a farci capire come possiamo fare ma questa è la sua volontà: voi stessi date loro da mangiare”. “Dio ci insegna a vivere la nostra vita come un dono, ci insegna a superare il nostro egoismo, a fidarci della sua misericordia, ad imparare da lui a condividere ciò che abbiamo” ha concluso il vescovo, esortando ad “approfondire questo significato ogni volta che ci incontriamo per celebrarla, senza che ci lasciamo prendere dall’abitudine, chiediamo di essere capaci di cambiare la nostra vita, di rinnovarla e di lasciarla rinnovare da Gesù che, nella comunione eucaristica ci dà la possibilità di diventare come lui capaci di dare vita ai nostri fratelli, nel realizzare il progetto di vita che Dio ha per tutta l’umanità”.
Prima della celebrazione della Santa Messa, rispondendo alla chiamata personale del loro nome, le consorelle della confraternita del Santissimo Sacramento hanno rinnovato il loro impegno. Al contempo, si è tenuta anche la professione delle due nuove consorelle Michela Usai e Francesca Madeddu che, accompagnate nel presbiterio dalla presidente Maria Sanna, hanno manifestato il desiderio di aderire al pio sodalizio fondato nel 1927 dal canonico Angioni.
Al termine della celebrazione, sebbene con un percorso ridotto rispetto al passato ma che rappresenta comunque un segno di ripresa dopo la pausa forzata di due anni per la pandemia, la processione del Corpus Domini ha percorso le vie del centro storico prossime alla Cattedrale sostando nelle tradizionali cappelle allestiste nelle vie. Purtroppo, va segnalato la presenza di numerose autovetture in sosta nelle strade lungo il percorso, nonostante un’ordinanza comunale prevedesse il divieto di sosta dalle ore 19.00. Un piccolo disagio che non ha comunque inciso sulla numerosa e festosa partecipazione dei fedeli.

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 23 del 26 giugno 2022

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