
Inaugurata a Carbonia la ricostruzione del sovrappasso dalla miniera di Serbariu sulla Statale, lungo il Cammino Minerario di Santa Barbara
di Giampaolo Atzei
foto di Efisio Vacca
L’inaugurazione di un ponte è sempre un evento importante: il ponte è un’opera che unisce, supera le difficoltà, facilita il cammino, in senso più astratto è un’infrastruttura che crea relazioni. Con questo spirito, e la numerosa partecipazione ne è stata implicita conferma, venerdì sera è stato inaugurato a Carbonia il ponte sovrappasso che scavalca la Strada Statale 126 e unisce l’area della Grande Miniera di Serbariu e le colline degli sterili sul lato opposto della strada, realizzato per iniziativa della Fondazione per il Cammino Minerario di Santa Barbara e il Comune di Carbonia.
L’opera è la ricostruzione del ponte sovrappasso che un tempo consentiva lo scavalco della SS 126 nei pressi della miniera di carbone di Serbariu: realizzato alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, era utilizzato in passato per favorire il trasferimento in discarica dei materiali sterili prodotti nel vicino impianto di lavaggio del carbone e venne demolito in seguito alla dismissione della miniera.
La ricostruzione del ponte sovrappasso, in forme simili a quelle del passato, è oggi finalizzata a consentire il transito a piedi, in bicicletta e a cavallo, dei pellegrini e degli escursionisti che percorrono il Cammino Minerario di Santa Barbara per recarsi in sicurezza nel lato occidentale della SS 126, dove è ubicato il sito archeologico del Nuraghe Sirai e la fortezza punica di Monte Sirai. Inoltre, il nuovo ponte sovrappasso oltre a evitare l’attuale transito a raso della trafficatissima strada statale rappresenta la ricostruzione di una struttura del passato classificabile tra l’archeologia industriale, che può rappresentare un “ponte per il futuro”, come ha sottolineato il presidente della FCMSB Giampiero Pinna, in quanto consentirà di raggiungere più facilmente i siti archeologici la cui valorizzazione rappresenta uno degli obiettivi principali del comune di Carbonia e della Fondazione.
La ricostruzione del ponte è stata possibile grazie alla proposta della Fondazione, che ha sostenuto la fattibilità del progetto con l’impiego delle risorse stanziate dalla Regione Sardegna, e grazie al comune di Carbonia, che ha deciso di destinare all’opera i fondi per la compensazione ambientale stanziati dalla Portovesme srl, che si è fatta carico del completamento della progettazione e della realizzazione completa dell’infrastruttura.
Alla cerimonia di inaugurazione, insieme al presidente della Fondazione, era presente il sindaco di Carbonia Pietro Morittu, il commissario del Parco Geominerario Elisabetta Anna Castelli, l’amministratore delegato della Portovesme srl Davide Garofalo, insieme a diversi altri amministratori comunali della città e del territorio. Significativa la presenza di esponenti della precedente amministrazione di Carbonia, a rappresentare – come nei discorsi è stato sottolineato – la continuità nel sostenere il progetto tra la giunta di Paola Massidda e l’attuale amministrazione.
Dopo la benedizione del ponte – in rappresentanza del vescovo era presente don Giampaolo Cincotti, parroco di Gesù Divino Operaio in Carbonia, altra chiesa che presto verrà inclusa nell’itinerario del Cammino – insieme ai numerosi cavalieri e ciclisti, accompagnati dalla musica delle launeddas, i presenti hanno attraversato il sovrappasso avviandosi a piedi verso il sito archeologico del nuraghe Sirai dove sono stati presentati i principali risultati degli scavi e offerto un cordiale rinfresco che ha concluso la serata.

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 27 del 24 luglio 2022