Costruttori di lavoro, buone pratiche per il bene comune

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Sardegna PP

Progetto Policoro. Debutto ad Assisi per i nuovi animatori al 36° Corso di Formazione Nazionale

di Ilaria Perduca,
animatrice I anno della diocesi di Iglesias

Sguardi pensierosi, sorrisi velati, tanta emozione e un po’ di timore. Queste le emozioni degli animatori di comunità del 1° anno che hanno varcato i cancelli del centro congressi Domus Pacis per partecipare al 36° Corso di Formazione Nazionale del Progetto Policoro, tenutosi ad Assisi dal 29 novembre al 3 dicembre. Strettamente legati, (metaforicamente e non) al braccio degli animatori di comunità del 3° anno provenienti della stessa diocesi, saranno da essi affiancati e accompagnati in questi dodici mesi di impegni nella formazione nazionale e diocesana.
Il corso scandito dalla Parola di Dio e incentrato sulla comunicazione in tutte le sue sfumature e declinazioni, ha visto l’alternarsi di varie attività formative. Riferimento, per tutte le giornate, le Lectio mattutine guidate in alternanza dai responsabili dei tre uffici pastorali nazionali CEI: don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana, don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e lavoro, e don Michele Falabretti, responsabile del servizio nazionale per la Pastorale giovanile. Punto di incontro la figura di Cristo, fulcro della storia del genere umano, che nelle parabole, nei miracoli e nelle controversie si presenta a noi quale primo e rivoluzionario comunicatore. Motivo di incoraggiamento per i nuovi animatori gli incontri con gli esperti e le testimonianze di buone pratiche di comunicazione, tra le quali quella dell’equipe del Progetto Policoro della diocesi di Ancona, una tra le più giovani equipe presenti in Italia, che ha riportato vari esempi di come si può fare rete con una buona dose di impegno e pazienza tra le diverse realtà diocesane.
Non è mancata la parte burocratica come l’Introduzione al tema della Sicurezza e della Prevenzione sui Luoghi di lavoro e, per i nuovi, la cornice giuridica e amministrativa in cui si realizza il servizio dell’animatore, che ha visto l’assegnazione della borsa di studio 2020 a cura di Inecoop con la presentazione dell’area web riservata, dove da gennaio gli animatori si incontreranno mensilmente con i vari relatori. Motivo di confronto sono stati i laboratori, nei quali i nuovi animatori divisi in piccoli gruppi hanno potuto con gioco e dinamismo iniziare a conoscere le realtà del Progetto: l’equipe diocesana, il coordinamento regionale, il livello nazionale, le filiere. Tutto ciò sotto la forma di un grande albero nella cui costruzione, dalle radici ai frutti, è stato chiesto all’animatore dove collocarsi. A conclusione, la ricerca di un oggetto che per ciascuno rappresenti la propria visione di animatore dalla cui unione sono uscite profonde, importanti e simpatiche definizioni. Grande commozione nella narrazione finale da parte dei formatori che davanti ai 79 nuovi animatori hanno sintetizzato le giornate laboratoriali narrando i frutti da esse emersi.
Altre occasioni di confronto, relazione e di nuove amicizie non sono mancate nei momenti di svago personali e in plenaria, quali la cena con i prodotti tipici regionali, lo spettacolo sull’importanza dell’economia circolare e del bene comune dell’Associazione Pop Economix e lo spettacolo finale a cura di tutti gli animatori di comunità, dove anche i nuovi animatori hanno potuto attraverso la musica, il ballo, il canto e la recitazione condividere i propri talenti.
Corona del corso, la consegna del mandato ai nuovi animatori durante la Veglia nel Santuario della Spogliazione. Dalle mani di Don Bruno Bignami è arrivato a ciascuno il dono del volume Docat di dottrina sociale della chiesa accompagnato dalle parole evangeliche rivolte ad ogni uomo e donna di buona volontà “Andate, ecco io sono con voi tutti i giorni” (Mt 28: 19-20).

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Progetto Policoro. Sulle orme di don Mario Operti, leggere il territorio per “osare”

di Marta Cocco
animatrice III anno della diocesi di Iglesias

Più consapevoli del servizio che son chiamati a offrire al proprio territorio diocesano. In questo modo gli Animatori di Comunità del Progetto Policoro che si accingono a iniziare il loro terzo anno sono arrivati ad Assisi accolti dalla figura di don Mario Operti, colui che diede vita al Progetto, 25 anni fa, a Policoro. Alcuni estratti dai suoi testi o da sue riflessioni hanno guidato le preghiere mattutine, come fari a cui far riferimento perché ricchi di quella passione che lo caratterizzava nel suo spendersi per i giovani, le loro difficoltà e i loro sogni.  Le sue parole incoraggiano a “orientare il mondo giovanile a vivere la speranza, come atteggiamento di fondo, capace di tenere alti gli ideali”. Col suo testo “Elogio della nuova generazione” è mentore dell’atteggiamento indispensabile per un loro accompagnamento. Infatti, davanti alla difficoltà nel capire il mondo giovanile e nonostante la fatica nel “proporre strategie educative” e avere “proposte alternative” da offrire, don Mario non fugge, ma si ferma a meditare elogiando la forza e le capacità che i giovani mettono in campo ogni giorno per superare le complessità del loro mondo.
Don Mario insegna con le parole e con l’esempio della sua vita che “il mondo giovanile esige che qualcuno sappia interpretare le sue ansie e le sue paure […]. Il primo annuncio del Vangelo è l’ascolto, aiutarli a dare un nome a quello che sentono, alla sfiducia nel futuro, all’accomodarsi, al lasciarsi vivere per incoraggiarli a trovare forza di crescere in dignità sempre e comunque”.
Partendo da questo insegnamento, passando per le caratteristiche che deve avere il servizio territoriale del Progetto Policoro ed esaminando le difficoltà che si riscontrano quotidianamente, nei cinque giorni del 36° Corso di Formazione del Progetto Policoro gli Animatori di Comunità del III anno si sono interrogati per comprendere i punti di forza e quelli di debolezza, coadiuvati dai formatori e dall’esempio del Progetto “Opera Seme”, promosso dalla Caritas diocesana di Nardó-Gallipoli e che è nato dal desiderio di dare una risposta alternativa alle difficoltà lavorative del territorio e ad un’economia basata sul profitto e sulle rivendicazioni. Mettendo in evidenza gli aspetti da migliorare e accompagnati dalla parola “osare”, sono stati incoraggiati a superare la “Confort zone” e a tessere reti relazionali per creare sinergie generative che siano ricchezza per le diocesi. Rientrano nei propri territori con un bagaglio ricco di nozioni, relazioni, idee, prassi e suggerimenti da spendere nel proprio servizio e nell’affiancamento dei loro compagni in formazione.

 

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