Continuità e rinnovamento nella guida delle parrocchie

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Tra agosto e settembre l’ingresso di don Giulio, don Antonio e don Marco, nuovi parroci a Santadi, Portoscuso e Nebida

di Giampaolo Atzei
foto di Efisio Vacca

Facendo seguito alle nomine comunicate dal vescovo Giovanni Paolo lo scorso 24 luglio, i mesi estivi sono stati segnati dagli ingressi di altri nuovi parroci nelle comunità parrocchiali della nostra diocesi.
Domenica 1 agosto don Francesco Lai aveva già fatto il suo ingresso nella parrocchia di San Maurizio in Calasetta. Il sabato seguente, 7 agosto, don Giulio Demontis si è insediato a Santadi, assumendo la guida delle parrocchie di San Nicolò, di B.V. di Fatima e di Santa Maria di Montefracca e San Giovanni Bosco in Terresoli, che erano rette in amministrazione parrocchiale da don Maurizio Mirai dopo la prematura scomparsa di don Gian Piero Marongiu. Domenica 22 agosto, nella comunità di Portoscuso resa vacante dopo il trasferimento di don Demontis, è arrivato don Antonio Mura, che da poco ha terminato il mandato di rettore del Seminario regionale, quale nuovo parroco sia di Vergine d’Itria che di S. Giovanni Battista. Ancora, domenica 5 settembre don Marco Olianas è entrato a Nebida quale parroco di Santa Barbara, anch’essa vacante dopo il trasferimento di don Lai a Calasetta. Domenica 12 settembre si concluderà questo nuovo giro di avvicendamenti con l’ingresso di don Gianni Cannas nella parrocchia della Vergine della Neve in Piscinas.
Continuità e rinnovamento sono le caratteristiche di un tempo come questo, ha rimarcato mons. Zedda nei suoi interventi durante le celebrazioni. “Ringraziamo il Signore per tutto ciò che si è avuto dai precedenti sacerdoti, per la loro testimonianza, ma è importante andare avanti, rinnovati, guidati da chi il Signore pone come guida, ricordando che il vero pastore è sempre Cristo” ha detto il vescovo durante l’omelia a Santadi, per l’ingresso di don Giulio. Concetti ribaditi in più occasioni, nell’invito a operare nelle comunità riscoprendo la capacità di annunciare l’amore di Dio, siamo “un’unica Chiesa che ha come sposo Gesù ed è chiamata a vivere nella carità, ogni giorno di vita sia nutrito dalla certezza della chiamata di Cristo a collaborare con lui nell’annuncio del vangelo”. E ancora, domenica a Nebida, l’esortazione ripresa dal Vangelo di Marco sulla guarigione del sordomuto. “In quel sordomuto presentato al Signore possiamo riconoscere noi stessi e le nostre comunità – ha detto mons. Zedda – quando siamo sordi alla Parola di Dio e muti nel proclamarla: dobbiamo sapere ascoltare e annunciare la salvezza” proseguendo che, anche nelle nostre parrocchie, “non tutto deve essere addossato al parroco, è tutta la comunità che deve sapere ascoltare e parlare”.
Tutti gli ingressi dei nuovi parroci sono stati accompagnati da grande affetto e partecipazione, con la presenza delle autorità civili e di un numeroso popolo, pure ad onta di alcune giornate davvero torride e delle limitazioni che ancora sono vigenti causa Covid nelle chiese.
Don Giulio Demontis è entrato a Santadi accompagnato da numerose manifestazioni d’affetto e ringraziamento da parte della comunità di Portoscuso, segno di un rapporto profondo instaurato nei sei anni trascorsi nel paese. Don Antonio Mura arriva invece dal seminario regionale, che ha retto dal 2015 al 2021, e il legame con le vocazioni certo non si interrompe con questo suo nuovo incarico. Anzi, durante il suo saluto, don Antonio ha parlato di Portoscuso come di un “seminario marittimo” e già sabato scorso, alla celebrazione delle 19.00 nella parrocchia Vergine d’Itria, erano presenti i seminaristi della nostra diocesi, giovani e adulti, alcuni prossimi al Diaconato e altri in cammino di formazione verso gli Ordini Sacri. Già nei giorni precedenti il suo ingresso ufficiale, don Antonio aveva diffuso tramite i social il messaggio di saluto che ha rivolto alla comunità di Portoscuso, accogliendo “con entusiasmo la proposta di venire a vivere nel vostro contesto cittadino ed ecclesiale, e scegliendo di divenire io stesso concittadino residente della comunità civica di Portoscuso”. “Desidero inserirmi nel tracciato della storia di Portoscuso, storia che da “villaggio marittimo” accogliente di varie popolazioni che in esso trovarono rifugio (PORTO SICURO), ha visto il piccolo borgo crescere fino a divenire cittadina rilevantissima nel tessuto sociale ed economico di buona parte del Sulcis Iglesiente ma anche uno degli epicentri territoriali delle grandi crisi sociali, economiche, lavorative e istituzionali” ha proseguito don Antonio, invitando a “non volgere lo sguardo da un’altra parte” rispetto alla crisi lavorativa e sociale che il nostro territorio vive. “Sento importante, come lo è per tutte le Istituzioni pubbliche e private di Portoscuso, l’obiettivo di offrire un volto di speranza per un’etica sociale e una ecologia integrale condivise, per favorire la valorizzazione della dignità e del rispetto di ogni persona e nell’attenzione comunitaria a chi è più fragile nel rispetto accogliente e appassionato di ogni identità”.
Per don Marco la parrocchia di Nebida è invece la prima comunità che è chiamato a guidare. Da Iglesias e da Carbonia in tanti erano presenti nella frazione iglesiente per il suo ingresso, vicini in questo importante passo che si accompagna ad un altro importante incarico cui il vescovo l’ha chiamato: da settembre è il nuovo cancelliere della curia vescovile di Iglesias.


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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 30 del 12 settembre 2021

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