Progetto Policoro. Ad Assisi gli animatori di comunità per il 36° Corso di formazione nazionale
di Annalisa Atzei
Si è svolto dal 29 novembre al 3 dicembre ad Assisi il 36° Corso di formazione nazionale del Progetto Policoro, appuntamento annuale durante il quale circa 250 animatori di comunità provenienti da tutta Italia si sono incontrati per approfondire i temi del Progetto, tra questi anche tante ragazze e ragazzi provenienti dalle diocesi sarde. Giovani, Vangelo e Lavoro sono le tre parole chiave che da sempre accompagnano i giovani del Progetto Policoro, iniziativa della CEI nata grazie all’intuizione di don Mario Operti quasi un quarto di secolo fa per offrire un servizio concreto della Chiesa Italiana che fosse destinato ai giovani disoccupati e allo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile. Quest’anno il tema principale, che ha fatto da filo conduttore a tutta la formazione, è stato la “comunicazione”, declinata in vari modi e attraverso diverse esperienze così da poter avvicinare gli animatori ad una esperienza pratica nel mondo dell’informazione. Come ricordato da don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e lavoro, “oggi più che mai è importante comunicare il Progetto Policoro dentro e fuori la comunità cristiana e la Chiesa in generale”. Il Corso, non a caso dal titolo “In principio era la parola”, ha evidenziato l’importanza di una comunicazione efficace, responsabile e attenta, che si sforzi ogni giorno di dar voce ai giovani del Progetto e ai loro interlocutori, ma che allo stesso tempo coinvolga tutta la comunità. Fondamentale a questo proposito anche riuscire a dare spazio a tutte quelle iniziative, tanto pastorali quanto imprenditoriali, che non solo sono il frutto del lavoro degli animatori, ma che possono anche rappresentare una ‘buona pratica’ sul territorio, magari replicabili in altre diocesi. Fondamentale lasciarsi condurre dal Vangelo e dalla Dottrina Sociale della Chiesa a cui il Progetto fa in ogni occasione riferimento; importanti anche le parole tratte dall’Evangelii Gaudium (167) così come riportate e proposto nel programma lasciato agli animatori, in cui l’invito del papa è esplicito: “bisogna avere il coraggio di trovare i nuovi segni, i nuovi simboli, una nuova carne per la trasmissione della Parola, le diverse forme di bellezza che si manifestano in vari ambiti culturali, e comprese quelle modalità non convenzionali di bellezza, che possono essere poco significative per gli evangelizzatori, ma che sono diventate particolarmente attraenti per gli altri”. Durante le cinque giornate, agli incontri con esperti, laboratori e testimonianze si sono alternati momenti di spiritualità con le veglie e la celebrazione della messa col cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della CEI, ma anche di convivialità, importanti occasioni in cui accogliere i nuovi animatori e salutare coloro che si avviano alla conclusione del mandato. Tra le novità anche l’allestimento di un “laboratorio-sala stampa” a cura di alcuni animatori senior specializzati nel settore della comunicazione con i quali è stato possibile sperimentare e condividere alcune pratiche per una buona informazione.