Arrigo Miglio, un vescovo vicino ai lavoratori

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Il ricordo dell’episcopato iglesiente del futuro cardinale nel Concistoro del 27 agosto, l’impegno riconosciuto per i problemi sociali del territorio

di Giampaolo Atzei
foto di Efisio Vacca

Mons. Arrigo Miglio, futuro cardinale: nella memoria e nel cuore della nostra diocesi, rimane la nitida figura di un vescovo vicino ai lavoratori, una prossimità ed un’umanità manifestata sin dal suo arrivo a Iglesias, il 14 giugno 1992, quasi trent’anni fa esatti, quando la città e il territorio vivevano la tensione delle ultime occupazioni nella miniera di San Giovanni. “Quel giorno, mons. Miglio arrivava da Cagliari in auto con mons. Ottorino Alberti – ricorda don Salvatore Benizzi, direttore dell’ufficio diocesano per i problemi sociale e il lavoro – e all’altezza della stazione ferroviaria i minatori bloccarono il corteo: mons. Miglio scese dall’auto, indossò il casco da minatore e mise la berretta da vescovo sulla testa di un bambino”. Il corteo, con il vescovo insieme ai minatori e al popolo che era accorso, procedette così a piedi verso il piazzale di San Francesco, dove lo attendeva il sindaco Pissard, prima della solenne messa d’ingresso in piazza Municipio, di fronte alla cattedrale di Santa Chiara.
“Non passava giorno che non mi chiedesse della situazione della vertenza, di come stavano i minatori – aggiunge don Benizzi, ricordando quel tempo – e la Pasqua seguente volle trascorrere il pranzo, presenti i suoi genitori, con i familiari dei minatori in lotta per salvare il posto di lavoro”. Come la storia insegna, purtroppo quelle lotte furono il canto del cigno dell’epopea mineraria iglesiente, in cui il nuovo vescovo si trovò da subito immerso: era di certo una situazione ben diversa da quella conosciuta nella sua Ivrea con l’Olivetti, quella Ivrea testimone dell’episcopato di mons. Luigi Bettazzi, presidente nazionale di Pax Christi, figura di riferimento nel dialogo sociale e pacifista.
“Il suo interesse non era comunque solo per i lavoratori delle miniere e delle industrie, da Portovesme alla Sardamag” aggiunge don Salvatore, ricordando anche la preoccupazione per le difficoltà dei lavoratori del mare e l’intervento per gli indennizzi agli operatori del settore della pesca.
La dignità dell’uomo, l’attenzione ai suoi bisogni, ai valori sociali, alla cultura – fu anche giurato nel glorioso Premio Iglesias della Lao Silesu – rimangono il tratto distintivo della sua figura, sottolinea ancora il direttore della pastorale sociale diocesana, nel segno dell’accoglienza e della discrezione. “Non si negava mai – racconta don Benizzi – ma non amava le telecamere e i servizi in prima pagina: una volta, prima che venisse demolito il vecchio ospedale per far posto agli uffici del Comune, volle visitare le famiglie che lo occupavano ma, strada facendo, si accorse che erano presenti dei giornalisti e tornò indietro. La visita la fece in un altro momento, riservatamente”.
Da ricordare poi la XXVI edizione della Marcia Nazionale per la Pace celebrata a Iglesias nel 1993, presente mons. Luigi Bettazzi. Negli anni seguenti la Conferenza episcopale sarda lo nominò delegato per i problemi sociali e lavoro: pochi anni dopo avrebbe dato il suo contributo anche nella Commissione episcopale della CEI per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e diventerà presidente del comitato scientifico e organizzatore delle settimane sociali dei cattolici italiani, ridando impulso e regolarità a questo importante appuntamento della Chiesa italiana. “Negli anni più recenti, terminato il servizio pastorale a Cagliari – precisa don Salvatore – è stato chiamato a Roma per risolvere un delicato e complesso problema dove sono state necessarie le sue capacità di competenza, ascolto e dialogo”.
“Pensando al suo episcopato non si può dimenticare che il Progetto Policoro nasce nella nostra diocesi nel 1997 e mons. Miglio è voluto essere presente a Iglesias per festeggiare il 25° anno di attività – conclude don Benizzi – aveva l’idea di creare realtà aggregative e di riferimento per i giovani, si è prodigato per mettere in atto le strutture pastorali, dai consigli pastorali parrocchiali a quello diocesano, riorganizzato gli uffici, ristrutturato il palazzo vescovile destinando degli spazi specifici per gli uffici. Nel 2013, quando papa Francesco è venuto a Cagliari, ha incontrato con il Santo Padre la delegazione dei lavoratori della nostra diocesi, con mons. Miglio possiamo affermare che nella nostra Chiesa diocesana è maturata la pastorale della testimonianza, della presenza, nei confronti dei lavoratori e delle altre situazioni del bisogno”.

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 20 del 5 giugno 2022

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