Antioco, patrono e punto di riferimento

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662° festa di Sant’Antioco nella basilica omonima. Secondo anno in pandemia che però non ferma la devozione e le celebrazioni

di Valeria Carta

Per il secondo anno consecutivo, la gran parte dei fedeli, anziché affollare lo spazio antistante la Basilica di Sant’Antioco e i suoi posti a sedere, si è ritrovata a seguire in televisione la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, Giovanni Paolo Zedda. Infatti, cadeva lo scorso 19 aprile “sa festa manna”, il primo dei tre momenti annuali di commemorazione dedicati al Martire Antioco, precisamente quello che da tradizione si celebra a quindici giorni di distanza dalla Pasqua.
Alla messa serale ha potuto partecipare un numero ristretto di persone, a causa del consueto contingentamento degli spazi chiusi. Tra l’assemblea anche le autorità civili e sul presbiterio solo i parroci dell’Isola di Sant’Antioco che hanno concelebrato con il vescovo.
Quest’ultimo, perfettamente in linea con la sobrietà a cui ci costringe il momento, ha lasciato spazio a poche ma incisive parole durante l’omelia. “Il nostro patrono è il nostro punto di riferimento” ha esordito. Ripercorrendo la situazione presente con estrema lucidità e realismo, Monsignor Zedda non ha tralasciato una delle note dolenti di questo anniversario, offrendo tuttavia una chiave di lettura propositiva: “il fatto che non possiamo esprimere l’esteriorità è l’occasione giusta per dare valore alla testimonianza di Antioco”, ha precisato, sottolineando come anche questo momento di sacrificio sia utile a “purificare il nostro sguardo”. Animato da un forte senso comunitario, il pastore ha più volte invitato i fedeli a mettere al centro della propria vita l’unica cosa veramente eterna: Gesù. In questo modo, ha continuato, “saremo veri eredi della testimonianza di Antioco”.
Un richiamo marcato quello di Monsignor Giovanni Paolo che ha ricordato alla sua comunità che “l’unico fondamento, l’unica roccia, è Cristo. Solo in Lui può trovare senso la nostra esistenza”. Come Antioco, che aveva riposto ogni sua speranza nella parola di Dio, anche i fedeli devono preferire a tutto Cristo. Un invito rivolto non solo alla comunità diocesana, ma a tutta la Sardegna che riconosce nel martire antiochense il proprio patrono.
Durante l’anno sono tre le celebrazioni dedicate al martire titolare della Basilica sulcitana. Soprattutto su quella estiva, il primo di agosto, puntano le autorità civili e religiose, nella speranza che la pandemia dia la possibilità di festeggiarla nella maniera migliore.
Nel 662° anniversario della festa del santo, il cui sarcofago fu rinvenuto nel 1615, la comunità si ritrova a vivere una festa senza l’esteriorità che la caratterizzava, ma a fare tesoro di un invito all’essenzialità. Si tratta di un “culto radicato nella storia di un popolo” ha ricordato alla fine della celebrazione il parroco e rettore della Basilica, don Mario Riu, sottolineando quanto sia comunque forte la dimensione di festa che si sta vivendo, anche alla presenza del Vescovo che è “simbolo di unità e comunione”. Questi i sentimenti che hanno caratterizzato la prima delle commemorazioni del 2021 in onore di Sant’Antioco Martire, con poca esteriorità forse, ma grande comunione di intenti.

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