Un nuovo sì al servizio della Chiesa

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Nella chiesa di San Ponziano a Carbonia con il vescovo Giovanni Paolo il rito dell’ordinazione diaconale del seminarista Fulvio Sanna

di Mattia Atzori e Cristian Piano
foto di Efisio Vacca

Diocesi riunita a Carbonia, domenica 18 ottobre sera presso la chiesa di San Ponziano, per l’ordinazione diaconale di Fulvio Sanna, 31 anni, parrocchia San Raffaele Arcangelo a Is Urigus, nel comune di Carbonia. Presenti intorno al vescovo Monsignor Giovanni Paolo Zedda, i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi, molti laici e le rappresentanze delle autorità civili. Si respirava l’aria delle grandi occasioni, anche in senso organizzativo. Massima attenzione per le misure anti Covid, rispettate in modo davvero rigoroso, mascherine come d’obbligo e disinfettanti agli ingressi. L’afflusso è stato comunque ordinato, nonostante la chiesa fosse piena nell’osservanza delle norme sul distanziamento.
Il diaconato è il primo grado del sacramento dell’Ordine, di cui è il grado di servizio, si definisce transeunte quando, come in questo caso, viene impartito nella prospettiva del presbiterato. Il diacono, che nell’originario etimo greco significa proprio servitore, è, infatti, preposto all’aiuto e appunto al servizio dei presbiteri e del vescovo. La diocesi ha anche otto diaconi permanenti, che svolgono il loro ministero presso le parrocchie del Sulcis Iglesiente. In questo periodo Fulvio è l’unico diacono in cammino verso il sacerdozio.
“Dio guida la storia e talvolta lo fa in modo sorprendente” ha detto durante la sua omelia il vescovo Monsignor Giovanni Paolo Zedda, sottolinenando come la “chiamata” non è un privilegio, e non comporta l’acquisto di una dignità particolare ma piuttosto un donarsi che resta un mistero. Il presule ha sottolineato la centralità dei poveri per la Chiesa e per ogni presbitero, fin dal diaconato. Non vi è servizio al Signore senza i poveri, senza la comunità, che trova occasione di manifestare la propria unità fraterna in occasioni come una nuova ordinazione.
Fulvio ha frequentato il Seminario diocesano di Iglesias e poi il Seminario regionale sardo e in contemporanea ha studiato teologia pressa la Facoltà teologica della Sardegna a Cagliari, dove ha conseguito il titolo di baccelliere; soprattutto ha una importante esperienza pastorale nel territorio. Subito dopo il seminario è stato inviato presso la parrocchia Cuore immacolato di Maria a Iglesias, poi a Cortoghiana e ancora a Carbonia presso la parrocchia Gesù Divino Operaio, dove si trova e opera ancora oggi. Inoltre ha condiviso col servizio in parrocchia anche un importante impegno nell’insegnamento della religione cattolica presso diversi istituti scolastici.
La diocesi ha oggi sette seminaristi al Pontificio seminario regionale sardo, distribuiti quasi equamente tra primo, secondo e sesto anno. I sacerdoti sono ottanta a fronte di sessantaquattro parrocchie riunite in quattro vicariati. In questo periodo difficile, segnato dalla pandemia e da un diffuso malessere sociale la presenza di tante persone all’evento, nonostante la paura e la pressione psicologica, dà il senso di un diffuso desiderio di andare avanti, di essere comunità. Questo anche attraverso gesti come l’imposizione della mani, con cui il vescovo consacra il candidato al diaconato e lo invia ancora in missione presso i sofferenti per un annuncio che è vita in Cristo.

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