
Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 26 del 15 luglio 2018
di Valeria Carta
Una preghiera d’amore per la città. Come da tradizione, nella seconda domenica del mese di luglio, la città di Iglesias ha sciolto il voto alla Madonna delle Grazie, in ricordo della supplica rivolta congiuntamente dal clero, dalla municipalità e dalla popolazione alla Vergine Maria. Nell’annata 2018 il calendario della festa segna la data dell’8 luglio per celebrare l’unica festa cittadina che ricongiunge il potere civile e la fede nel ricordo della liberazione dalla piaga delle cavallette che operò la Madonna delle Grazie per Iglesias e tutto il Sulcis.
Dal 29 giugno al 7 luglio si è tenuta al santuario la Novena, officiata dal padre predicatore, Padre Marco C., frate minore e missionario in Asia. Durante i nove giorni antecedenti la festa, i pellegrini hanno potuto usufruire della sua disponibilità per accostarsi al sacramento della riconciliazione con orari che si sono protratti ben oltre i tempi stabiliti, a testimonianza di come la Madonna, ancora una volta, richiama a sé i suoi figli nell’abbraccio d’amore con il Padre.
Nel giorno della festa, oltre la solenne celebrazione eucaristica della mattina, presieduta dal Ministro Provinciale dei frati cappuccini, Padre Giovanni Atzori, fulcro delle solennità è stata la celebrazione serale, nella quale il Sindaco ha rinnovato il voto della città. Al termine della celebrazione eucaristica il simulacro della Santissima Vergine, portato a spalle, ha attraversato le vie del centro storico, per poi fare ritorno al santuario.
L’invito all’unità e alla coesione è stato il vero trait d’union della predicazione, come ha ricordato lo stesso Padre Marco, invitando a promuovere sempre di più, nella comunità iglesiente, un sentimento di aggregazione nel quale “l’amore prende spazio”. È per questa ragione che ha invitato, al termine delle celebrazioni, i convenuti a pregare prima per chi avevano accanto e poi, per i propri governanti, rappresentati nella figura del Sindaco, sul quale tutti hanno steso le mani e hanno invocato la grazia dello Spirito Santo.
Dietro le quinte di una festa. A volte si fa fatica per organizzare un pellegrinaggio, in chissà quale meta mariana del mondo, quando, soprattutto un iglesiente, dovrebbe sapere che è nel cuore della sua città, che si trova un santuario ricco di fede e di tradizione.
Quest’anno siamo andati a parlare con chi lavora “dietro le quinte”, e non solo, della festa della Madonna delle Grazie, importante evento religioso che interessa la città nella seconda domenica di luglio. Nella ricorrenza del 283° del voto guardiamo la festa con gli occhi di chi, anno dopo anno, si spende per il santuario. A coordinare le attività, oltre ai frati minori cappuccini, le suore di San Tommaso coadiuvate da un vero e proprio team di persone che si occupa delle numerose attività inerenti l’organizzazione dell’evento. “Le suore sono i nostri angeli” sostengono i membri dell’associazione Nostra Signora delle Grazie, un vero e proprio staff religioso con compiti attivi e meditativi, perché, come dicono loro, “chi, per esempio, non viene a fare la questua, prega per noi e per tutti i pellegrini al santuario”.
Far parte dell’associazione è una vera e propria missione, quella di “portare la Madonna alla gente e la gente alla Madonna”. Ed è così che il servizio diventa “intercessione per gli altri” e offre una nuova chiave di lettura della propria attività. “È un viaggio ogni anno alla scoperta di chi c’è dietro la porta della casa che andiamo a visitare”, tante storie, diverse, persone sofferenti, sole, che come ammettono loro stessi “ci aspettano ogni anno”.
Come confessano candidamente, “non è semplice andare a fare la questua perché non si sa mai chi c’è dall’altra parte”, ma “sappiamo che andiamo a farlo per la Madonna e non sono pochi i cuori che abbiamo visto aprirsi in questi anni”.
Lo staff religioso si occupa di solennizzare le attività del santuario durante tutto l’anno, ma è nei giorni della ricorrenza cittadina che si concentrano gli sforzi principali: “L’unica nostra gratificazione è quella di vedere la domenica della festa, dalle 6.30 del mattino che arriviamo, il portone del santuario aperto e la gente che entra”.
Ascoltare l’esperienza di questi volontari, veterani e nuove leve, è stato come scoperchiare un prezioso vaso di alabastro che conserva umiltà e tanto amore per la Vergine Maria e per l’altro, soprattutto se sofferente. “Vorremmo ricordare a tutti che la Madonna non si dimentica di loro, ma soprattutto tenere viva nel cuore dei giovani la storia che lega la nostra città a questo santuario e alle sue grazie”, che, aggiungiamo, non sono poche. Tante persone sono state esaudite dalla Vergine, tante lotte sono state vinte contro le cavallette spirituali e non. L’esperienza dei membri dell’associazione mariana è fatta di tante grazie ricevute e vissute concretamente, ma anche di tante altre che ognuno di loro custodisce nel proprio cuore e che rappresentano la linfa nuova che ogni giorno li sprona ad andare avanti, con amore e devozione, nel loro servizio.