Donne, terra e lavoro

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Elisabetta Secci a Tratalias per la Giornata del Creato. Foto di Efisio Vacca

La storia di Elisabetta Secci, imprenditrice agricola di Villamassargia

Contadine e mamme, la forza delle donne

L’agricoltura rappresenta un settore con tante sfaccettature. Da una parte soffre per le distorsioni che da anni ormai si sono incrostate lungo la filiera: per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti, meno di 15 centesimi in media vanno a remunerare il prodotto agricolo mentre il resto viene diviso tra l’industria di trasformazione e la distribuzione commerciale; e per i cambiamenti climatici che stanno penalizzando oltremodo il settore primario con ingenti danni strutturali, perdite di prodotto e aumento dei costi di gestione. Dall’altra però assistiamo anche ad un rinnovato entusiasmo, con il pullulare di aziende che si caratterizzano per la multifunzionalità, idee innovative nei metodi di produzione e nei prodotti. La legge di orientamento ha dato sfogo alla creatività degli imprenditori agricoli che in 15 anni hanno rivoluzionato il comparto, allargandone il perimetro (verso il sociale, le produzioni sostenibili, la vendita diretta fino alla bioedilizia e ai prodotti dell’agricosmesi).
Tra i protagonisti di questo fenomeno ci sono sicuramente i giovani e le donne che hanno portato nuovo entusiasmo e creatività. Ce ne parla Elisabetta Secci, 38 anni di Villamassargia dove conduce una azienda agricola multifunzionale che produce ortive e olio bio che vende direttamente nei mercati di Campagna Amica e una fattoria didattica che fra pochi mesi si avvarrà anche di un agricampeggio. Elisabetta è la responsabile regionale e fa parte della Giunta nazionale di Coldiretti Donne Impresa. “Le imprese rosa, secondo i dati di Unioncamere elaborati da Coldiretti, sono in Sardegna circa 8mila su 34.589, pari al 23%. Ma più che numericamente si distinguono appunto per la nuova connotazione che danno alle aziende. E questo è testimoniato dal fatto che se ci riferiamo ai mercati, agli agriturismi e alle fattorie didattiche e sociali di Campagna Amica, il numero cresce di oltre 10 punti percentuali”. “Le donne – continua la dirigente della Coldiretti – riescono a coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità. Gli esempi sono tantissimi. Nell’ottobre scorso Luisa Cabiddu di 26 anni di Girasole ha vinto l’ambito premio nazionale di Coldiretti Giovani, l’Oscar green per la sostenibilità. Luisa è un architetto contadino che coltiva il grano e lo trasforma in farina e pasta ma che riutilizza e da valore edilizio ad un sottoprodotto, la paglia, utilizzandola per costruire delle case”.
Certo non è tutto rose e fiori. Le difficoltà come abbiamo detto non mancano e spesso per le donne aumentano pure. “Oltre a quelle comuni a tutta l’agricoltura – spiega Elisabetta Secci – si aggiungono le difficoltà che incontra quotidianamente una donna contadina e mamma. Spesso affrontate e attenuate grazie al resistere, soprattutto in ambito contadino, di un tessuto familiare ancora forte e dalla possibilità di poter contare sul sostegno dei genitori. Senza di loro per me sarebbe stato difficilissimo coniugare gli orari di lavoro con quelli familiari. La mattina quando vado al mercato la sveglia suona prestissimo e spesso la giornata si chiude tardi”.
Oltre al ruolo in agricoltura le donne si stanno ritagliando un ruolo importante anche sindacale, assumendo ruoli sempre più importanti anche all’interno delle Organizzazioni. “Il movimento femminile nasce nel ‘53, a testimonianza dell’attenzione della Coldiretti per il ruolo femminile. La Sardegna è tra le protagoniste e nelle ultime due legislature, infatti, è rappresentata all’interno dell’Esecutivo Nazionale assieme ad altre 8 Regioni. Quest’anno, per noi sarde, è stato ricco di iniziative. Oltre ad essere presenti nei progetti di Campagna Amica che portiamo nelle scuole avvicinando i bambini al mondo delle campagne con programmi ludico-didattici, abbiamo partecipato al Cammino di San Saturnino che ci ha visto portare e promuovere le nostre eccellenze agroalimentari in Lombardia e nel Lazio e nel premio regionale, Fèminas, rivolto alle donne che si distinguono nel proprio campo lavorativo. Donne semplici che fanno tanto per gli altri, rappresentative di tante altre donne che quotidianamente danno il prezioso contributo alla società in modo silenzioso. Abbiamo inoltre promosso un viaggio studio in Catalogna a cui hanno partecipato circa 50 donne imprenditrici di tutta la Sardegna. E fino all’ottobre prossimo siamo impegnate con tutta l’Organizzazione con l’iniziativa dei cittadini europei nella raccolta firme per chiedere alla Commissione europea di imporre una dichiarazione obbligatoria di origine per tutti i prodotti alimentari. È possibile firmare la petizione anche online dal sito https://sceglilorigine.coldiretti.it”.

Elisabetta Secci, 38 anni, vive a Villamassargia, sposata e mamma di due figli, oggi è titolare dell’azienda biologica Donne rurali nata 19 anni fa grazie alla mamma Vincenza Usai. L’azienda, oltre alla produzione di olio extravergine, legumi e ortaggi, collabora con le scuole attraverso la realizzazione di una vera e propria aula naturale in cui accogliere piccoli e grandi per far vivere delle vere e proprie esperienze a contatto con la natura. A breve partirà anche il progetto dell’agricampeggio. È responsabile regionale di Coldiretti Donne Impresa e da pochi mesi è entrata a far parte della Giunta nazionale del movimento.

 

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