
Cinque missionari e sei suore operano nella missione in Kenya fondata negli anni ’90 e sostenuta dalla diocesi di Iglesias
di don Elio Tinti
direttore del Centro Missionario Diocesano
foto del Centro Missionario Diocesano
La missione di Camp Garba, in Kenya, è sempre attiva e pensa di incrementare la propria opera in favore delle popolazioni della tribù dei Turkana. I Turkana rappresentano solo il 2% della popolazione del Kenya e, avendo una tradizione da nomadi, stenta a radicarsi nel territorio a causa delle ostilità nei loro confronti, perché sono visti come invasori e quindi oggetto di continue scorribande che causano periodicamente numerosi morti.
Vi proponiamo il programma che i padri della congregazione della Consolata, che gestiscono attualmente le strutture, hanno elaborato. L’obiettivo principale è quello di aiutare questa popolazione a uscire dall’emarginazione e offrire un supporto per garantire almeno i beni primari del cibo e dell’acqua.
Programma delle attività della missione
L’anno 2021 è cominciato bene, ma lentamente, dopo la pandemia che ha portato alla chiusura delle attività, al divieto di viaggiare, a un continuo coprifuoco notturno, alla chiusura delle scuole, delle chiese e, successivamente, a un numero limitato nella partecipazione alle funzioni religiose dentro le chiese. Ancora adesso sono in vigore nuove limitazioni e obblighi come mascherine, igienizzazione, lavarsi le mani, distanze interpersonali ecc., miranti a limitare l’infezione da coronavirus.
La celebrazione del 25° anniversario della fondazione della missione ha rinnovato la missione e ha conferito nuovo vigore per continuare il cammino. Dopo la celebrazione è stato attuato un calendario di attività per sottolineare che siamo la chiesa di Cristo, una chiesa che lavora per gli emarginati e coinvolta nel cambiamento.
La Missione di Camp Garba in generale
Il 2021 è stato un anno caratterizzato dalla tranquillità, che ha permesso di continuare normalmente senza troppe interruzioni nelle attività, incluse le celebrazioni domenicali, l’apostolato familiare, il catechismo, l’insegnamento nelle scuole, l’agricoltura, ecc. Il tutto con una maggiore precauzione a causa del coronavirus.
La comunità religiosa di Camp Garba è composta da cinque entusiastiche persone: padre Joseph, che è il responsabile, padre Orazio, italiano, padre Samal, Fratello Severino e il seminarista del Brasile, Inàcio. In aggiunta ci sono sei suore della congregazione “Santi Angeli” dello Sri Lanka, che sono indispensabili per le attività che si svolgono nell’asilo, nella scuola primaria, nel laboratorio di taglio e cucito, nel dispensario e nel lavoro pastorale. La superiora regionale abita, come le consorelle, a Camp Garba, in una casa che i volontari della Diocesi di Iglesias hanno costruito appositamente per loro.
La missione offre lavoro a circa cinquanta persone, per la maggior parte impiegate nelle scuole elementari e nell’asilo. Sia la scuola elementare che l’asilo hanno registrato un notevole incremento di iscrizioni e si è dovuto impiegare altri maestri per rispondere alle richieste.
Ultimamente c’è stato un cambiamento da parte del governo nella struttura scolastica. Quest’anno gli esami non saranno più a ottobre ma a marzo. Negli ultimi esami, la media dei voti nella scuola elementare è stata di 303,21. Tutti i 43 alunni che hanno sostenuto l’esame per l’ammissione alla scuola secondaria sono stati giudicati idonei. Questo è il segno che tra la gente si sta radicando il concetto dell’importanza dell’istruzione, nonostante la grave situazione economica causata dalla perdita di occupazione, dalla estrema povertà e dall’alto costo della vita.
Il governo ha sviluppato un nuovo curriculum per l’istruzione, che si chiama “Competence Based Curriculum” (Curriculum basato sulla competenza), 2-6-6-3 suddiviso in due anni nella scuola preparatoria (asilo), sei anni di elementari, sei anni di scuola secondaria (tre secondaria inferiore e tre secondaria superiore) e tre anni di università. Il nuovo curriculum comporta il cambiamento del sistema scolastico, nuova preparazione degli insegnanti, nuove strutture, classi nuove e materiale didattico nuovo. Anche nella missione si è stati obbligati ad adeguarsi. Questo nuovo sistema è molto costoso e per adeguarci ha richiesto un notevole sforzo economico. Gli asili comunitari sono nei villaggi di Kiwanja, Lotiki e Masharkwata, dove i missionari provvedono alla scuola, ai salari degli insegnanti e alla nutrizione dei bambini.
Tra le cose previste per il nuovo anno:
1. Aumentare il numero delle sponsorizzazioni
La missione continua ad assistere i bambini per una educazione di base. La scuola “Nomads” di Camp Garba ha già raggiunto una buona qualità di insegnamento e di apprendimento. I poveri, i bisognosi, gli orfani sono aiutati attraverso le sponsorizzazioni. Il numero di quelli che dalla primaria passano alla secondaria sono in aumento e spesso loro credono che la missione li possa aiutare tutti. C’è un grande bisogno di sponsorizzazioni, di un programma per aiutare quelli delle elementari e quelli delle secondarie e anche quelli dei collegi, scuole di preparazione per i vari indirizzi professionali.
2. La costruzione della chiesa di Shambani
Nel grande villaggio di Shambani il numero dei cristiani è aumentato e ha quasi raggiunto il numero della comunità della chiesa centrale di Camp Garba. La chiesa cattolica è la più frequentata a Shambani, ma l’edificio di culto, ormai datato e con pareti e copertura realizzate con tavole grezze e lamiere arrugginite, dà l’impressione che possa cadere da un giorno all’altro. In occasione del 25° anniversario della fondazione della missione, nel 2020, durante la visita di don Giuseppe Zusa e dell’ing. Guido Vacca, è stata manifestata l’urgenza di costruire una chiesa moderna in muratura e per questo si rinnova la richiesta dei fondi necessari.
3. L’apertura di nuove chiese
C’è bisogno di un grande sviluppo del programma di evangelizzazione, ma a Isiolo stanno crescendo molto le chiese protestanti e prendono possesso di molti terreni disponibili. Dato che la disponibilità della terra finirà, noi stiamo programmando l’apertura di una chiesa nel villaggio di Esmit in tempi brevi; questa ci consentirà di venire incontro alle esigenze degli anziani che non riescono più, a causa della distanza, a frequentare la chiesa.
4. Ristrutturazione delle vecchie chiese
È importante anche provvedere alla manutenzione delle vecchie chiese, con la ristrutturazione delle parti che necessitano di interventi urgenti, con la tinteggiatura delle facciate e con la realizzazione urgente di una recinzione.
5. Pannelli fotovoltaici
La maggiore fonte di energia nella missione è l’elettricità proveniente dalla rete e il generatore a gasolio, che entra in funzione quando ci sono interruzioni nella linea elettrica pubblica. Il costo annuale è esorbitante. Questo invita a sfruttare l’energia del sole, abbondante in questa zona molto vicina all’equatore, per l’alimentazione delle pompe installate nel pozzo, per l’officina, per la falegnameria, per la casa dei padri, per il convento delle suore, per le scuole, per il dispensario. Un impianto fotovoltaico darebbe la garanzia dell’energia elettrica in missione a basso costo. Realizzarlo è costoso, però comporterebbe un enorme risparmio nelle bollette mensili.
6. Scuole elementari e asilo
La comunità Turkana, tribù a cui appartiene la maggior parte delle persone che appartengono alla missione di Camp Garba, è la più emarginata del Kenya e potrà acquistare consapevolezza delle proprie capacità solo attraverso un sistema educativo adeguato. L’asilo trasmetterà ai bambini il desiderio di imparare. Gestire un asilo è possibile e i missionari ne realizzeranno altri due, uno a Junction e l’altro a Camp Garba.
7. Cure sanitarie
L’ambulatorio di Camp Garba è stato realizzato dai volontari e la sua missione non è quella di creare un beneficio economico; si basa, infatti, essenzialmente nelle donazioni dei benefattori e nelle piccole cifre che si chiedono ai pazienti. Certamente si è consapevoli che combattere le malattie non è un compito del solo governo, delle infermerie e dei medici, ma anche di chi vive e opera nella missione. L’impegno di fede Cristiana e di cura sanitaria deve affiancare il governo, in modo da contribuire a risolvere il problema sanitario, molto grave in queste zone. I missionari hanno in programma di attrezzare una clinica mobile per provvedere a cure specialistiche per i pazienti distribuiti nelle zone lontane dalle strutture sanitarie. Sarà necessario pianificare anche l’istruzione di uno specialista che possa utilizzare l’equipaggiamento. Sempre per lo stesso motivo pensano di dotarsi di un’autoambulanza.
8. Allevamento di animali
Poiché la comunità si basa essenzialmente sull’allevamento di animali, per la sua economia e sopravvivenza (cibo ed altro) è importante migliorare la conoscenza e le tecniche di allevamento. Dato lo stile nomade dei pastori, la pastorizia ha le sue difficoltà, soprattutto per il modo in cui viene esercitata. La missione si impegnerà e dirigerà l’allevamento di polli, mucche, pecore e capre e offrirà lezioni sulle tecniche di allevamento. Quelli che sono interessati potranno acquisire dalla missione animali di qualità come capre da latte e migliorare la qualità.
9. L’agricoltura
La missione possiede circa 18 ettari di terreno, per la maggior parte non utilizzato. A Isiolo le terre sono ancora di proprietà dello Stato e per la maggior parte non sono state ancora assegnate con titolo di proprietà alla gente. Introducendo un po’ di metodo di coltivazione, la produzione di prodotti agricoli può dare più stabilità economica alla gente, assicurando in primo luogo il cibo, che contribuirà enormemente per il raggiungimento di una situazione di pace. Si vuole promuovere l’agricoltura per la coltivazione dei cereali nel terreno a disposizione della missione e incoraggiare quelli che vogliamo dedicarsi all’agricoltura. Il gruppo di donne e di uomini cattolici è già sulla giusta strada. Si pensa all’acquisto di un trattore, anche di seconda mano. Per queste iniziative mancano però i fondi.
10. Aiuto alle famiglie e sostegno per le persone impegnate nello sviluppo
Anche se quasi tutte le persone vivono nella povertà più estrema, hanno però idee e aspirazioni di sviluppo e di crescita. È soltanto a causa delle continue frustrazioni che molti cadono nell’alcolismo, nell’abuso di droghe, nella prostituzione ecc. Come risposta si vogliono individuare le famiglie senza lavoro, che lottano per la sopravvivenza, contro la fame e per soddisfare i minimi bisogni giornalieri, piene di debiti, e aiutarle perché possano ottenere una minima stabilità economica. Questo si può ottenere attraverso una semplice formazione di base, con piccoli prestiti, con l’apertura di piccoli negozi e così via, in modo da portare le persone a un nuovo livello di vita.
11. Acqua
La missione dispone di pozzi distribuiti nei vari villaggi, che garantiscono una quantità di acqua sufficiente solo per i bisogni primari. Tuttavia l’attuale numero di pozzi non aiuta la popolazione adeguatamente, data la vastità del territorio in cui è distribuita la popolazione. La gente è obbligata a camminare per parecchi chilometri per portare a casa un po’ d’acqua con i bidoni. È necessario incrementare il numero dei punti distribuzione dell’acqua, in particolare nei villaggi di Shambani e Kiwanja. Per fare questo è necessario effettuare nuove trivellazioni a Camp Garba e nel villaggio di Game.
Conclusione
Le prospettive sono tante, anche le sfide sono tante. La missione è sotto la minaccia del coronavirus e i vaccini non sono ancora disponibili a sufficienza per i paesi poveri come il Kenya. Inoltre, a causa delle siccità prolungate, dell’insicurezza, della povertà, della perdita di lavoro e di guadagni, le attività sono tutte gravemente danneggiate. Per questo c’è bisogno di un aiuto finanziario, nella speranza di ridare linfa alla missione nel nuovo anno. Siamo riusciti a concretizzare qualche iniziativa grazie all’aiuto ricevuto dalla diocesi di Iglesias e al continuo interessamento di tutti gli sponsors e dell’ufficio missionario diocesano, con la collaborazione di don Giuseppe Zusa e dell’ingegner Guido Vacca. Senza il loro aiuto non sarebbe stato possibile gestire la missione di Camp Garba. Solo con questi supporti abbiamo continuato il lavoro e i progetti impostati direttamente dalla diocesi di Iglesias, con il contributo primario dei padri fondatori, don Giuseppe Zusa e don Giulio Ballocco, e dei volontari, giunti numerosi dal Sulcis.
Nutriamo una grande speranza e una giustificata fiducia per il proseguimento delle attività in atto nella missione e per la concretizzazione delle iniziative che abbiamo brevemente esposto, naturalmente con l’indispensabile aiuto materiale che le persone di buona volontà vorranno darci.
Grazie e un fraterno augurio a tutti.
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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 39 del 14 novembre 2021