Chiamati a remare insieme, colmi di gratitudine feconda

839 visualizzazioni
3 minuti di lettura

Seppure nelle limitazioni imposte dalla pandemia, il 2 febbraio si celebra, con fede viva,  la XXV giornata della vita consacrata

di Don Carlo Cani
vicario episcopale per la vita consacrata

Alla vigilia della celebrazione della XXV giornata della vita consacrata la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica ha indirizzato a tutti i consacrati/e una lettera per “alleggerire quel distanziamento fisico che la pandemia ci ha imposto da tanti mesi ed esprimere a ciascuna e ciascuno di voi e ad ogni singola comunità la vicinanza nostra e di quanti lavorano in questo Dicastero”.
Davanti alla situazione creata dalla pandemia, il Dicastero evidenza due atteggiamenti: da una parte “lo smarrimento” per una situazione completamente inedita che genera paura, incertezza per il futuro…dall’altra la “fedeltà provata dalla sofferenza, di coraggio, di testimonianza serena pur nel dolore o nell’incertezza, di condivisione di ogni affanno e di ogni ferita, di cura e vicinanza agli ultimi, di carità e di servizio a costo della vita (cfr. Fratelli Tutti, cap. II).
Nasce un invito pressante: “passare dall’”io” al “noi”, consapevoli “di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme” (Papa Francesco, Momento straordinario di preghiera, venerdì 27 marzo 2020).
Tutti i consacrati sono chiamati ad essere “i samaritani di questi giorni, superando la tentazione di ripiegarsi e piangere su di sé, o di chiudere gli occhi dinanzi al dolore, alle sofferenze, alle povertà di tanti uomini e donne, di tanti popoli”.
La sfida che l’oggi pone alla vita consacrata secondo l’Enciclica ‘Fratelli tutti’ è “agire insieme, far rinascere in tutti «un’aspirazione mondiale alla fraternità» (n. 8), sognare insieme (n. 9) affinché «di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale…» (n. 6).
Alla luce della “Fratelli Tutti” si dovrà declinare il futuro delle Comunità religiose. Infatti “questa Enciclica, scritta in un momento storico che lo stesso Papa Francesco ha definito “l’ora della verità”, è un dono prezioso per ogni forma di vita consacrata che, senza nascondersi le tante ferite alla fraternità, può ritrovare in essa le radici della profezia”.
“Non possiamo prescindere da questa verità: siamo tutti fratelli e sorelle, come del resto preghiamo, forse non con tanta consapevolezza, nel Padre nostro, perché “senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possono essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità” (n. 272).
Una nuova chiamata dello Spirito Santo!
Papa Francesco ci invita “ad essere artefici di fraternità universale, custodi della casa comune: della terra e di ogni creatura (cfr. Enciclica Laudato si’). Fratelli e sorelle di tutti, indipendentemente dalla fede, dalle culture e dalle tradizioni di ciascuno, perché il futuro non è “monocromatico” (FT n. 100) e il mondo è come un poliedro che lascia trasparire la sua bellezza, proprio attraverso le sue diverse facce”. Per questo le comunità religiose sono chiamate ad “aprire processi per accompagnare, trasformare e generare… a partire dalla propria comunità vocazionale per raggiungere poi ogni angolo della terra e ogni creatura, perché, mai come in questo tempo di pandemia, abbiamo sperimentato che tutto è collegato, tutto è in relazione, tutto è connesso (cfr. Enciclica Laudato si’).
Alle comunità religiose viene consegnato un sogno: “Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!” (FT n. 8). Allora il prossimo 2 febbraio, la celebrazione Eucaristica, anche se “spoglia dei segni e dei volti gioiosi che la illuminavano negli anni precedenti, sarà una bella festa nella quale lodare e ringraziare il Signore per il dono della nostra vocazione e missione! Una meravigliosa vocazione che in diverse modalità fa splendere l’amore di Dio per l’uomo, la donna e l’universo intero”. Ogni singola consacrata/o è affidato a Maria, nostra Madre, Madre della Chiesa, donna fedele e a san Giuseppe, suo sposo, in quest’anno a Lui dedicato con uno splendido augurio: “Si rafforzi in voi una fede viva e innamorata, una speranza certa e gioiosa, una carità umile e operosa”.
Facciamo nostro questo augurio per tutte le comunità religiose della nostra Diocesi, “un piccolo gregge” che nella disponibilità quotidiana celebra l’amore per Dio e per tutti i fratelli.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: