Domusnovas: la testimonianza di un confratello, i ricordi e l’attesa per una Settimana Santa senza processioni nelle vie del paese
di Roberto Soru
Quando il 6 gennaio, dopo la lettura del Vangelo, il Sacerdote ha letto l’annuncio della Pasqua, nessuno di noi poteva immaginare che la Quaresima 2020, sarebbe stata così particolare. Si è fatto in tempo a celebrare il mercoledì delle ceneri per poi entrare in un clima di paura, di restrizioni, ma anche di speranza.
I vari decreti del Governo, seguiti poi da quelli della Conferenza Episcopale Italiana e dalla Conferenza Episcopale Sarda, ci spingono a vivere la Quaresima, e ora la Settimana Santa, in modo più silenzioso e spirituale.
Come ogni anno, e in modo particolare questo, l’arrivo della Settimana Santa, mi porta alla memoria i ricordi di tante Quaresime, tante Settimane Sante, nella Parrocchia della Beata Vergine Assunta di Domusnovas, di cui faccio parte. Ricordi dell’infanzia, della giovinezza, fino ad arrivare a oggi.
In questi ricordi prendo atto di un grande dono che il Signore ci concede, in queste occasioni, nel partecipare e preparare i riti, quello di incontrare nel nostro cammino tante persone da cui prendiamo tanto in termini di amicizia, fede, devozione, esempio.
In questa Settimana Santa ormai alle porte, mi vengono in mente due grandi persone che per me, e credo anche per la Confraternita della Madonna Addolorata di Domusnovas, di cui faccio parte, hanno fatto tanto.
La prima persona è Ziu Cicchinu Mura, al secolo Francesco Mura (1896-1979), colui che già dalla seconda decade del secolo scorso, oltre al servizio costante come sacrestano, curò e conservò i riti paraliturgici della Settimana Santa, soprattutto nel periodo in cui, causa una sbagliata interpretazione del Novus Ordo e del Concilio Vaticano Secondo, rischiarono di sparire completamente dalla pietà popolare della nostra Domusnovas. Grazie al suo impegno, trasmesso poi a figli e nipote, nel 1997 è potuta nascere la Confraternita della Madonna Addolorata, che continua l’impegno di conservare questi riti.
L’altra persona è Mario Erminio Angioy. Conservatore dell’Arciconfraternita della Pietà del Santo Monte di Iglesias fino al 2008, anno del decesso, fu, insieme a tutta l’Arciconfraternita, di grande aiuto per la costituzione della nostra Confraternita. Dal 1997, anno di fondazione, si instaurò un forte legame fraterno. Non mancarono mai consigli e suggerimenti, e tante manifestazioni d’affetto, un grande esempio cristiano da parte di chi ha dato senza pensare di ricevere, ma semplicemente perché sentiva di aiutare quei primi cinque sconosciuti che voleva ardentemente ricostituire una Confraternita al loro paese.
In questi giorni me lo immagino così come nella fotografia, solenne con il suo abito ma allo stesso tempo umile, molto umile. “La Montagna”, come lo chiamavamo, per il suo modo di procedere, nelle processioni che abbiamo avuto l’onore di partecipare insieme, in modo particolare, la Processione del Monte del 1998 e del 2000, in occasione del Giubileo, oltre ai vari raduni.
Oltre a chiedere l’intercessione del Patrono delle Confraternite, il Beato Pier Giorgio Frassati, credo che anche i cari sopra ricordati, veglieranno su di noi.
Quest’anno sarà una Settimana Santa senza processioni. Normale la malinconia che sicuramente ci spingerà a fare di più il prossimo anno, ma nulla toglierà all’importanza della Settimana che ci apprestiamo a iniziare: il Sacrificio di Gesù sulla Croce e la Sua Vittoria sulla morte e il Peccato con la Sua Resurrezione.