Il Cammino Minerario di Santa Barbara cresce nel Nord-Ovest della Sardegna

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Consegnati “torre” e “testimonium” ai pellegrini Onida e Aresu che hanno percorso i sentieri Sud-Ovest del Cammino di Santa Barbara

Per la prima volta, nella chiesa dedicata a Santa Barbara nella miniera di Monteponi, già visitata da San Giovanni Paolo II nel 1985, sono stati consegnati dal parroco don Ivano Gelso il testimonium e la torre alla pellegrina di Cheremule (SS) Gemma Onida per aver percorso interamente i 500 km del Cammino Minerario di Santa Barbara. Nella stessa chiesa, dove è custodito sotto l’altare l’elmetto indossato dal Papa per discendere al livello – 200 nel pozzo a lui dedicato ed anche il quadro della Vergine Nera di Czestochowa da lui donato ai minatori, è stato consegnato il Testimonium anche al pellegrino Paolo Aresu di Settimo San Pietro per aver percorso 400 km dello stesso Cammino.
Intanto, ai primi di marzo, anche il vescovo della diocesi di Alghero Bosa mons. Mauro Maria Morfino e il Protopresbitero Catalin-Ioan Pavaloaia dell’Arcidiocesi Ortodossa di Italia e Malta hanno sottoscritto il Protocollo di Intenti per la costruzione del Cammino Minerario di Santa Barbara del Nord-Ovest nel territorio della Nurra, un importante risultato raggiunto grazie al coordinamento della Provincia di Sassari che, nel ruolo di capofila del progetto, ha saputo creare consenso e coesione tra tutte le istituzioni civili e religiose a livello territoriale e regionale. La proposta fa parte del progetto di livello regionale ideato per creare un “brand identitario del turismo lento minerario della Sardegna” che, oltre al CMSB del Sud-Ovest già operativo con successo nel Sulcis Iglesiente Arburese Guspinese, comprende le restanti aree minerarie dismesse dell’Isola: nella Nurra, nel Sarrabus Gerrei e nell’Ogliastra Barbagia di Seulo Sarcidano.

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