
di Matteo Murru
Sì è svolto domenica 3 dicembre, I domenica di avvento, il mandato dei ministri straordinari della Comunione nella chiesa cattedrale. Prima della santa messa, presieduta dal vescovo di Iglesias monsignor Giovanni Paolo Zedda, il responsabile dell’ufficio liturgico della diocesi, don Vittorio Scibilia, ha voluto incontrare tutti coloro i quale hanno risposto “sì” a questa particolare chiamata per un primo momento di formazione tenuto da don Cristian Lilliu, che ci ha esortato ad avere un amore profondo per l’Eucarestia, un vivere in intimità con il Signore, un cuore a cuore con Lui sono alla base di questo particolare ministero che altrimenti non può essere vissuto. Per svolgere questo compito delicato è necessario fare dell’incontro con Dio il centro della nostra vita affinché i fratelli e le sorelle che incontriamo vedano in noi l’amore che abbiamo per Lui.
Nell’Eucaristia si hanno due trasformazioni: una è quella che riguarda i frutti del lavoro dell’uomo, il pane e il vino, che per potenza dello Spirito Santo diventano il corpo e il sangue di Cristo, l’altra riguarda noi che partecipando all’Eucaristia diventiamo ciò che riceviamo, come diceva Sant’Agostino. A noi, ministri straordinari della Santa Comunione, ci si aggiunge un ennesima trasformazione, vivere ciò che diamo, diventare come il Corpo di Cristo che doniamo ai nostri fratelli e sorelle.
Particolare attenzione dev’essere rivolta quindi a chi il ministro straordinario della Comunione incontra nel suo svolgere questo compito, come ha ricordato mons. Zedda nell’omelia, è un impegno concreto a saper portare Cristo Risorto a tutti coloro che hanno necessità di incontrarlo. Diventare Tramiti di Lui, vegliando per non compiere gesti o non dire parole stonate.
All’omelia è seguito un rito semplice ma significativo. Nella monizione il vescovo ha ricordato, ai nuovi ministri e a coloro il cui mandato è stato rinnovato, il compito che si riceve, che è quello di esprimere nella fede e nella vita cristiana la realtà dell’Eucaristia, mistero di unità e di amore, che per distribuire agli altri l’Eucaristia, è fondamentale saper esercitare la carità fraterna, secondo il precetto del Signore, che nel dare in cibo ai discepoli il suo stesso corpo, disse loro: Questo è il mio comandamento, che vi amiate l’un l’altro, come io ho amato voi. Alla fine della santa messa un momento di agape fraterna per salutare e ringraziare il nuovo direttore dell’ufficio liturgico don Vittorio e tutti i ministri con l’augurio di essere segno dell’Amore di Dio verso tutta la comunità ma in particolar modo verso gli ammalati.