Testimonianze concrete e teoria di Economia Civile nel 39° Corso di formazione nazionale per Animatori di Comunità del Progetto Policoro
di Ilaria Perduca
Nel corso della sua storia l’uomo ha più volte dovuto adattarsi a cambiamenti e circostanze a volte repentini dimostrando uno spirito di rinnovamento che forse nemmeno lui sperava di avere. La perseveranza è una delle doti più importati da coltivare fin dall’infanzia. Nell’animazione di una comunità è fondamentale unire la perseveranza ad azioni concrete, ben suggerite nei “verbi” dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium: uscire, incontrando gli altri, annunciare e testimoniare il Vangelo con la propria vita, abitare concretamente il mondo dando il proprio contributo alla collettività, educare tirando fuori la passione per il vero e bello e trasfigurare vedendo oltre i limiti umani. L’Animatore di Comunità del Progetto Policoro, che non è un tuttologo ma un tessitore di reti, un facilitatore e a volte, sempre per il bene dell’altro, un dissuasore, ha molti strumenti per rendere concreto il suo servizio tra i quali lo studio dell’economia civile, dai quali cardini si passa all’idea e alla messa a terra di una impresa vera e propria. Ogni metà anno la formazione degli Animatori di Comunità si fa più tecnica, assaporando le sessioni offerte dai docenti della scuola di Economia Civile. Anche quest’anno, dal 1 al 4 giugno, divisi per anno di mandato, gli Animatori si sono cimentati nello studio dei modelli di impresa e della comunicazione efficace, la compilazione del business model canvas ovvero il “canovaccio” per mettere in luce il valore di impresa e il business plan o piano industriale, dove l’impresa assume forma concreta per essere anche presentata a potenziali investitori. Tra i moduli offerti nella formazione di quest’anno, inoltre, la presentazione delle cooperative e le cooperative di comunità, associazioni autonome di persone unite su base volontaria che cercano di rispondere ai bisogni economici, sociali e culturali, perseguendo le proprie ispirazioni attraverso un’impresa a proprietà condivisa e democratica e con valori e principi ben stabiliti, e i workers buyout ovvero le cooperative nate per iniziativa di dipendenti che rilevano l’azienda riuscendo a mantenere un’attività produttiva, altrimenti destinata alla chiusura. Il modulo tenuto da Confcooperative, ha presentato varie testimonianze di cooperative sparse nel territorio italiano, entrando nelle dinamiche e trattando i requisiti necessari che conducono alla fondazione. Proseguendo nei contenuti, non di meno importanza, lo studio sull’utilità della comunicazione nelle sue varie forme verbali e non che diventa efficace in base all’autenticità del contenuto proposto. Quindi perseveranza unita a coraggio e competenza per affrontare con responsabilità il proprio mandato o come meglio hanno elaborato gli Animatori in alcuni lavori di fine formazione ragionando e unendo le loro storie prima della pandemia e durante la pandemia: “Trattieni una margherita, respira spensieratezza, fai progetti di cambiamento, condividi con responsabilità e tenacia tenendo insieme aspettative ed affetti”.