È deceduta a 106 anni la fondatrice del Cenacolo del Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, la congregazione presente nel palazzo vescovile di Iglesias
In collaborazione con Nuovo Cammino, periodico della diocesi di Ales Terralba
Commozione e partecipazione spirituale alle esequie solenni di madre Lina Pinna, co-fondatrice della Congregazione religiosa “Il Cenacolo Cuore Addolorato e Immacolato di Maria”, nella chiesa parrocchiale di Santa Teresina in San Gavino M. sabato mattina 1° febbraio. Oltre all’arcivescovo mons. Roberto Carboni, che ha presieduto la liturgia, hanno concelebrato i vescovi Mauro Maria Morfino, Giovanni Paolo Zedda, Corrado Melis e gli emeriti mons. Paolo Atzei e Giovanni Dettori, l’abate di Sorres Luigi Tiana e numerosissimi sacerdoti, tra i quali il gesuita P. Federico Lombardi. Nei primi banchi le suore del “Cenacolo”, provenienti dalla casa-madre di San Gavino e dalle altre sedi in Sardegna e nel Continente, che al termine hanno espresso nel canto il ringraziamento filiale per il dono di Madre Lina alla comunità del “Cenacolo” e ai tanti, sacerdoti, uomini, donne e bambini che l’hanno conosciuta e amata.
Nata il 3 ottobre 1913 a Cagliari, seconda di 7 figli, Lina Pinna si diplomò alle magistrali, e a causa della guerra, con tutta la famiglia sfollò a Villasimius dove il fratello prete era parroco del paese. Iniziò ad insegnare nelle scuole elementari dei paesi vicini tra cui Castiadas, maturò la sua chiamata al Signore, prima accarezzando il sogno di farsi monaca di clausura per poi comprendere che il suo principale ministero sarebbe stato quello di dedicarsi ai bisognosi. Nel 1957 con l’allora vescovo di Ales Antonio Tedde suor Lina fondò la Congregazione delle suore del Cenacolo. La loro missione fu la stessa: aiutare un territorio povero, combattere l’analfabetismo. Le religiose hanno operato in scuole ed orfanatrofi. Servizio diretto alla formazione dei più piccoli, adempiuto ancora oggi nelle materne di Ales, Masullas e San Gavino. Oggi le suore sono 70, divise fra la casa madre e gli episcopi di Ales ed Iglesias e le materne di Monserrato e Poetto. Tre case fuori Sardegna: assistenza ai Gesuiti a Roma, materne a Pescia in Toscana e a Campo San Martino, in Veneto.
Il grazie espresso del gesuita P. Federico Lombardi
Ringrazio Mons. Carboni per darmi la possibilità di dire due parole in questa circostanza. Sono anzitutto parole di gratitudine a nome dei padri Gesuiti della “Civiltà Cattolica”. Come ha ricordato il Vescovo nell’omelia, fra le moltissime opere di Madre Lina, c’è stata anche quella di inviare una comunità delle sue suore alla “Civiltà Cattolica”. Più di cinquanta anni fa Madre Lina accettò la richiesta perché una piccola comunità di suore vivesse nella nostra casa. Da allora, con fedeltà e discrezione, le suore del “Cenacolo” hanno vissuto con noi, non solo aiutandoci per le necessità della vita quotidiana, ma anche – e direi ancor più – per pregare per noi e con noi. Non è possibile pensare alla comunità della “Civiltà Cattolica” senza pensare allo stesso tempo alle nostre suore, che ne fanno parte pienamente. Ricordo quando Madre Lina, con la signorina Linuccia, e anche il vescovo mons. Antonio Tedde, venivano a Roma e la nostra casa era la loro casa a Roma. E anche se Madre Lina era lontana, in tutti questi anni noi la sentivamo molto vicina attraverso le nostre suore, che, come tutti voi sapete e avete sperimentato, vivevano sempre in profonda e continua unione con lei, con la preghiera e il dialogo, cosicché la loro Madre è stata per noi sempre presente. E noi non possiamo non essere immensamente grati per questa vicinanza fedele e spiritualmente preziosa. Penso che questo valga anche per tutti voi che in diversi modi avete avuto la grazia del servizio e della vicinanza delle suore del “Cenacolo”. E dico queste parole anche a nome dei tanti Padri della nostra comunità che ci hanno preceduti in questi cinquant’anni. Poco fa abbiamo cantato insieme: “come sarà il Paradiso…”. Penso che in realtà ora ci sia festa in Paradiso. Certamente qui viviamo anche la sofferenza del distacco: ma se il nostro sguardo va aldilà del soffitto di questa chiesa in cui siamo riuniti, noi ci rendiamo conto che c’è festa in Paradiso. Il Signore accoglie Madre Lina nella vita eterna e, insieme con Lui, anche tantissime altre persone. I Padri della nostra comunità che ci hanno preceduti, ma insieme con loro tanti vostri cari e tante persone che avete conosciuto e che hanno conosciuto e ricevuto tanto bene da Madre Lina e dalle sue suore nel corso della sua lunga vita. 106 anni! Quante persone in Paradiso la accolgono ora a festa e noi vi partecipiamo nella fede e nella speranza! E infine un pensiero molto affettuoso alle suore del “Cenacolo”, che vivono un momento così particolare e unico della loro vicenda. Perché possano viverlo nella fede e nella speranza, nella fiducia che il Signore, la Madonna e anche Madre Lina sono loro vicini per accompagnarle nel continuare la loro strada e il loro servizio con dedizione e fiducia. Grazie dunque al Signore, grazie a Madre Lina, grazie alle suore del “Cenacolo”. Il Signore ci benedica e ci accompagni sempre.