Caterina Cittadini, vent’anni dalla beatificazione

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La memoria liturgica del ventesimo anniversario vissuta nella gioia dell’educatrice e fondatrice delle Suore Orsoline di S. Girolamo in Somasca

 di suor Maria Saccomandi

Mercoledì 5 maggio ricorre la memoria liturgica della beata Caterina Cittadini, Educatrice e Fondatrice con la sorella Giuditta delle Suore Orsoline di S. Girolamo in Somasca. Celebrazioni eucaristiche sono state programmate in alcune parrocchie della diocesi dove vivono e operano le suore senza tuttavia poter vivere un vero e proprio clima di festa con una bella e libera partecipazione popolare.
Tuttavia, se le norme del distanziamento sociale hanno proibito ogni evento di festa pubblica, nulla ha potuto limitare la gioia del cuore nel ricordo della beatificazione di madre Caterina avvenuta vent’anni fa. Fu un evento straordinario che vide un grande movimento di persone partire dai vari luoghi d’Italia e anche dall’estero per raggiungere Roma. Anche la “delegazione” sarda era ben rappresentata con quasi duecento partecipanti: suore, sacerdoti, famiglie, bambini, giovani, persone che a diverso titolo erano state raggiunte dalla missione educativa nata dal cuore materno delle sorelle Cittadini e approdata in terra sarda a Bacu Abis nell’aprile del 1939 per poi espandersi a Carbonia, in tutto il territorio sulcitano e a seguire anche a Cagliari e dintorni.
Era una soleggiata mattina di primavera a Roma la domenica 29 aprile 2001 quando Caterina Cittadini veniva proclamata beata da papa Giovanni Paolo II. Lei, figlia della terra bergamasca e testimone con la sorella Giuditta di un instancabile impegno educativo verso le nuove generazioni nel segno di una vita cristiana autentica capace di totale dono al Signore, veniva indicata a tutta la Chiesa come modello di santità feriale, come vera madre in Cristo.
Fu un tripudio di luce, un rincorrersi di canti, un’esplosione di gioia in un clima di intensa  preghiera e di festa di popolo. Un’esperienza speciale, carica di emozione, anche perché quello per noi Orsoline di Somasca era stato un giorno tanto atteso, preparato da un lungo e rigoroso cammino di ricerca storica e teologica finalizzato ad attestare lo “spessore” evangelico della vita di Caterina Cittadini e a riconoscere un miracolo ottenuto per la sua intercessione.
L’esempio di fede indomita, di forte speranza e di carità operosa che la beata Caterina ci ha lasciato è una vera scia di luce che non è offuscata dallo scorrere del tempo, ma risplende in tutta la sua attualità di fronte alla sfida educativa che attraversa la società contemporanea nel bisogno radicale di relazione, di vicinanza, di prossimità, di “buona notizia”, di proposta culturale seria e aperta al futuro che la pandemia ha reso ancor più evidente. È veramente prezioso il patrimonio spirituale e carismatico che ci è affidato, perché la chiamata alla vita consacrata per la missione educativa, l’essere segno della pienezza del Regno di Dio nella dedizione instancabile alla crescita umana e cristiana dell’altro, è un grandissimo e appassionante dono.
L’impegno di testimonianza personale e comunitaria desideroso di esprimere la profondità e la bellezza del Vangelo, la condivisione della nostra storia educativa con laici, l’annuncio del Vangelo nei diversi cammini educativi e pastorali è esperienza quotidiana di questo dono di grazia che certamente risplende dei Santi, ma che si riversa su noi perché possiamo diventare luce e benedizione per tutti.
Così la storia semplice della beata Caterina Cittadini, nata a Bergamo il 28 settembre 1801 e morta a Somasca il 5 maggio 1857, orfana fin dalla più tenera età, è una storia ancor oggi vicina al cuore della gente perché estremamente “feriale” nelle gioie e sofferenze, nella fatica dei piccoli passi per realizzare il progetto desiderato e voluto, nella cura educativa concreta e instancabile per le persone, in particolare per le nuove generazioni.
È una storia che così si è fatta “carne” nel tempo non solo nel volto e nell’impegno di carità educativa di noi Suore Orsoline di S. Girolamo in Somasca, ma anche nel cammino di crescita, di maturità umana, culturale e spirituale di tanti bambini, ragazzi, giovani, donne, famiglie che si sono aperti alla vita e si sono resi protagonisti di un Bene capace realmente di contribuire al progresso del mondo.
Caterina Cittadini: un cuore di madre perché altri abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Ieri come oggi, e forse oggi più di ieri nel bisogno essenziale di segni di vita e di speranza.
Volentieri allora ci lasciamo ancora scaldare il cuore dal volto luminoso della beata Caterina Cittadini e vogliamo ancora una volta caparbiamente determinarci al bene: un bene semplice e quotidiano, un Bene educativo che narra di possibili felicità celate nello sguardo dei piccoli.

 

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