Carloforte, con il Covid-19 cresce l’isolamento

655 visualizzazioni
2 minuti di lettura

Tensione nell’isola per le carenze sanitarie, il sindaco si rivolgerà a Mattarella, nella comunità emerge la forte solidarietà dei carolini

di Nicolo Capriata

The town of Carloforte on the island of San Pietro in Sardinia, ItalyLa miglior difesa è l’offesa. La vigorosa e risoluta protesta del Sindaco dopo che la MIKE (l’ambulanza utilizzata per l’emergenza COVID-19) non ha avuto il permesso di recarsi a Carloforte per un caso sospetto di coronavirus, ha avuto per tutta risposta, non l’assicurazione che quanto scritto sul protocollo sarebbe stato applicato, ma l’accusa al Sindaco di aver allarmato e di aver diffuso la paura nella popolazione. L’Areus (Azienda Regionale Emergenza Urgenza Sardegna) lo ha scritto chiaramente in una lettera inviata a molteplici enti (Regione, Prefetto ecc.) e si badi bene solo per conoscenza al Comune. A parte la scorrettezza, come dire, burocratica, nessuna vera spiegazione sull’accaduto. Il che ha indignato gli amministratori: “Non voglio fare polemiche ora – ha detto Tore Puggioni – vedremo quando tutto sarà finito.  Tuttavia scriverò al Presidente Mattarella”. E naturalmente questo assurdo stato di cose ha irritato ed esasperato tutti gli isolani. Carloforte dal punto di vista sanitario si sente abbandonata, lasciata sola in balia di se stessa, che combatte con i propri mezzi e la solidarietà della gente, per la carenza di adeguate strutture sanitarie e la pressoché totale diserzione degli organi competenti. Non un solo tampone, per esempio, è stato utilizzato, neanche per i sanitari della guardia medica, per i medici di base, per gli infermieri e per i volontari della Croce Azzurra che assolve i compiti del 118: se uno di loro si dovesse ammalare di coronavirus, molti dovrebbero mettersi in quarantena con la conseguenza che la benemerita associazione potrebbe giungere a chiudere il servizio per un po’ di tempo. Ed è in questi frangenti che emerge la grande solidarietà dei carolini. È usuale che ogni famiglia che fa la spesa, lasci una o più confezioni in più al negoziante che la distribuirà ai bisognosi, a coloro che per tante regioni si trovano in difficoltà finanziarie. Anche la Caritas con la collaborazione dei Servizi Sociali del Comune distribuisce derrate alimentari. “Una catena di solidarietà mai vista prima – ha commentato ancora Tore Puggioni – Questo è il carattere della nostra comunità, che nell’emergenza tira fuori il meglio di se stessa”. Tutto quanto viene confermato dalle oblazioni, che su invito del Comune i carlofortini hanno versato per le disastrose necessità di questa pandemia. In una settimana, il dato risale allo scorso giovedì, ma  la tendenza è che sia destinato ad aumentare, sono stati depositati oltre 20 mila euro euro (per l’esattezza 20.300 euro). Non si conosce il numero dei contribuenti ma, ad occhio e croce, attualmente si può però calcolare che quasi una famiglia su tre abbia versato il proprio obolo. Sul piano operativo si è dato avvio alla seconda sanificazione delle vie del centro abitato: l’intervento è iniziato un paio di giorni fa e si concluderà questa settimana. Questa azione è stata possibile grazie “Agli angeli della LAVOC” che prestano la loro opera, manco a dirlo, gratuitamente come per altri tanti servizi, mettendo a repentaglio la loro incolumità. “Finora – ha sostenuto Tore Puggioni in uno dei suoi tanti appelli quotidiani – abbiamo fatto straordinari e importanti sacrifici con l’obiettivo unico di proteggere noi, gli altri e in particolare i nostri bambini. Continuiamo cosi, senza mollare e soprattutto restandocene a casa”.  Da aggiungere infine una notizia che si attendeva da un momento all’altro: il Girotonno come è giusto ed era prevedibile quest’anno non si farà, il tutto è stato rinviato al prossimo anno.