La Santa Messa su Facebook, spiritualmente uniti in rete

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La testimonianza di un parroco di Iglesias ai tempi del coronavirus: la messa in diretta Facebook per fare comunione spirituale

di don Giorgio Fois

Come parroco di San Pio X in Iglesias, visto l’arrivo di questa terribile pandemia, che ci ha obbligati a rimanere segregati nelle nostre case secondo i decreti ministeriali a tutela della salute pubblica, ho voluto accogliere l’esortazione di Papa Francesco ad essere come sacerdoti vicini al popolo. Per questo motivo, in breve tempo e senza troppa organizzazione, ho pianificato da subito la diretta Facebook durante le Celebrazioni delle Sante Messe giornaliere oltre alla Via Crucis del venerdì: si tratta ovviamente di un fatto del tutto eccezionale, vista la situazione. Ho inoltre scelto di lasciare la chiesa parrocchiale aperta tutti i giorni, dalla mattina alla sera, per la preghiera personale di ciascuno, con la possibilità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione.
Senza nulla togliere alle altre, tante e diverse forme di preghiera ecclesiale e personale, soprattutto nella dimensione della carità verso il prossimo, ancora di più da riscoprire oggi dentro le mura domestiche, ho prediletto la forma canonica dell’Eucarestia. È risaputo che nei documenti magisteriali non si trova affermata la stretta obbligatorietà, per il sacerdote, della celebrazione quotidiana della Santa Messa, ma viene però raccomandata, come ci ricorda il can. 276, §2 n.2 CIC: “I sacerdoti sono caldamente invitati ad offrire ogni giorno il Sacrificio Eucaristico”, “poiché la spiritualità sacerdotale è intrinsecamente eucaristica” (Propositio 38 del Sinodo dei Vescovi).
Posso dire che tanti parrocchiani, tanti amici perfino da altre nazioni Europee, come Inghilterra, Germania e addirittura da oltre oceano come dalla città di Boston in America, anche se lontani fisicamente, ma vicini spiritualmente, si uniscono in diretta o in differita per partecipare e pregare virtualmente insieme tutti i giorni e fare così comunione spirituale, sentirsi così un’unica chiesa di Dio! Posso dire che in tanti, ammalati e non, mi mandano tutti i giorni messaggi di ringraziamento, di auguri e di preghiera: attraverso i social, non potendo più partecipare personalmente alle celebrazioni in parrocchia e non potendo più ricevere alcuni di essi la Santa Comunione settimanale a casa attraverso i ministri straordinari, non si sentono soli e abbandonati, neppure dalla propria parrocchia e dal proprio parroco.
Questo è veramente bello: rendersi conto del desiderio da parte di tutti, pur a distanza, di sentirsi uniti nella stessa Fede e intenzione, quella di pregare assieme, anche fosse solo quella sola mezz’ora della giornata, e offrire così la propria preghiera di speranza a Dio perché possa darci sollievo in questa terribile situazione, senza però trascurare di ricordare i tanti poveri e quelli che ancora sono in guerra e in difficoltà di ogni genere.
Tutti i giorni, attraverso i mezzi mediatici, ci sentiamo come comunità parrocchiale attraverso i diversi gruppi virtuali, con messaggi e videochiamate: in tal modo non ci perdiamo di vista e soprattutto ci sentiamo importanti gli uni per gli altri come dono prezioso di Dio. In questo momento di emergenza, senza demonizzare nulla e usando la fantasia dello Spirito e la saggezza del cuore e della mente, siamo tutti invitati ad essere vicini, sebbene distanti fisicamente, ai nostri parrocchiani e ai nostri cari; una parola, un messaggio, una telefonata, una diretta ci fanno davvero sentire quanto tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri, perché Dio non ci ha creati per essere soli, ma per essere comunione e condivisione, nei momenti della gioia e anche in questi momenti di paura.

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