La qualità della vita secondo Il Sole 24 Ore: siamo una provincia in chiaroscuro

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Carbonia
Uno scorcio del centro di Carbonia

di Annalisa Atzei

È di pochi giorni fa la pubblicazione dell’indagine che il Sole 24 Ore realizza ogni anno per esaminare la qualità della vita nelle province italiane. I risultati dell’indagine sono espressi attraverso una classifica che fa riferimento alle 110 province secondo le vecchie suddivisioni territoriali, prima cioè che in Sardegna venissero cancellate la provincia di Cagliari e le quattro province istituite nel 2001. Tutti i dati sono consultabili direttamente dal sito web del quotidiano, ma per interpretarli è utile conoscere il metodo di rilevazione adottato. La ricerca, prima di tutto, tiene conto di diversi parametri: partendo da sei macro-aree tematiche (ricchezza e consumi, lavoro e innovazione, ambiente e servizi, demografia e società, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero), vengono presi in esame per ciascuna di queste aree diversi indicatori più specifici, come ad esempio il tasso di disoccupazione per l’area lavoro. Da quest’anno sono stati calcolati anche dei nuovi parametri come gli acquisti online, la spesa per i farmaci e gli anni di studio per i giovani con più di 25 anni. In base ai risultati di questi indicatori, ogni provincia riceve un punteggio finale per ogni singola area tematica; successivamente viene calcolata la media di questi punteggi, la quale va a determinare una posizione in classifica che può essere confrontata per valutare quale sia la provincia italiana più vivibile. La classifica permette anche di verificare la posizione attuale rispetto a quella dell’anno precedente, cioè quante posizioni sono state perse o conquistate, ma anche in questo caso bisogna fare attenzione agli indici che, come detto, variano di anno in anno.
Fatte dunque tutte le valutazioni del caso, Belluno risulta, secondo l’indagine del Sole 24 Ore, la “capitale della qualità della vita”, seguita al secondo posto da Aosta, classificatasi lo scorso anno sul gradino più alto del podio, e da Sondrio con la medaglia di bronzo. All’ultimo posto c’è Caserta, preceduta da Taranto e Reggio Calabria. Arretrano alcune grandi città. Milano scivola all’ottavo posto; Roma, si piazza al 24° rispetto al 13° dell’anno scorso, e Torino retrocede al 40° posto. In generale, anche quest’anno la classifica rivela il divario tra province del nord e del sud: la prima metà accoglie quasi esclusivamente città settentrionali (la prima provincia del Sud è Oristano, in cinquantaduesima posizione), mentre nella parte più bassa sono presenti solo province del meridione.
In Sardegna la prima provincia è Oristano, che supera di tre posizioni Cagliari al 55° posto, seguono Olbia-Tempio al 69°, Nuoro 75°, Ogliastra 79°, Sassari 81°, Medio Campidano 100°, chiude Carbonia-Iglesias al 101° posto (tra le 10 peggiori province per qualità della vita). Nelle singole classifiche per macro-aree, per quanto riguarda “ricchezza e consumi”, la provincia dell’Ogliastra è la prima in Sardegna (55° posto a livello nazionale). Per “lavoro e innovazione”, lo scettro è della Gallura che si guadagna anche il 13° posto nazionale. Per quanto riguarda “giustizia e sicurezza”, Oristano si conferma la migliore con il terzo posto nazionale e prima per il minor numero di furti nelle case, mentre Cagliari è la migliore in Sardegna per “cultura e tempo libero”. La provincia Carbonia-Iglesias perde, rispetto all’anno scorso, tredici posizioni, classificandosi ultima in assoluto a livello nazionale per l’area “demografia e società” (penultima per tasso di natalità e terzultima per numero di laureati), ma, nonostante l’81° posto per “cultura e tempo libero” guadagna il 12° posto per numero di librerie e di startup innovative.

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