Migrazioni. La storia di Cinzia, lavoro e musica da Domusnovas a Ramallah

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Cinzia
CInzia Piredda (la seconda a sinistra) con i suoi alunni

Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 1 del 14 gennaio 2018


di Maria Giovanna Dessì

A cinque anni il primo strumento musicale era un ottavino, le sue braccia erano troppo corte per un flauto traverso. Cinzia Piredda ora ha 25 anni e di mestiere fa la professoressa in un conservatorio. Un sogno impossibile da realizzare in Italia, dove la giovane età, anche se corredata da forti competenze, non viene quasi mai premiata. E così che anche i musicisti preferiscono andare “fuori”, così come si usa dire nei piccoli paesi. Cinzia però non si è limitata a sbarcare nella penisola e neanche a varcare i confini italiani per approdare in Europa. Cinzia ha scelto il Medio Oriente, in uno dei Paesi considerati tra i più caldi e instabili. Paesi che qualcuno stenta ancora a riconoscere. Cinzia lavora in Palestina, a Ramallah.
Cinzia non è nuova alle esperienze internazionali. Durante il corso di studi (ricordiamo che il Conservatorio è un percorso speciale: dieci anni a partire dalla fine delle elementari) è infatti partita in Polonia con il programma Erasmus. Dopo il diploma in flauto e la specialistica in pianoforte, strumento che suona dall’età di 9 anni, arriva la prima vera occasione lavorativa, anche questa in contesto internazionale. Alla Scuola Superiore di Musica di Lisbona, in Portogallo, cercavano una pianista accompagnatrice. Afferma Cinzia: “Ho conosciuto e lavorato con musicisti molto importanti, facevo la pianista accompagnatrice, attività che svolgevo già anche al Conservatorio. Ho vissuto in Portogallo per cinque mesi, e lì ho concluso l’anno accademico. Al rientro dal Portogallo, è stato lo stesso sito internet che mi aveva portato a Lisbona a suggerirmi un altro lavoro, sempre di pianista accompagnatrice, di cinque mesi a Stoccolma. Ero felice e feci subito il biglietto, naturalmente solo andata”. Quell’aereo, però, Cinzia non lo prese mai.
Un’altra offerta di lavoro aveva destato la sua attenzione: il ruolo di docente presso l’Università di Ramallah, nei Territori Palestinesi. Dopo il colloquio su Skype con la direttrice, aveva pochi giorni per decidere. Decidere se prendere un aereo per Stoccolma o partire tra mille paure, sue e della famiglia, a Ramallah.
Afferma Cinzia: “Sono arrivata il 1 settembre, era un venerdì. Mi ha accompagnato il mio fidanzato. Siamo arrivati a notte fonda. Trovare il piatto caldo sul tavolo, fu emozionante, cosi come sentire la mattina la preghiera dal minareto” .
Oggi Cinzia divide l’appartamento con altri tre musicisti e, oltre a Ramallah, lavora anche a Nablus. Due volte la settimana prende lezioni di arabo. I suoi studenti hanno dai 7 ai 20 anni, in tutta l’università sono solo tre gli insegnanti italiani.
Ai giovani Cinzia consiglia di rivedere costantemente le proprie priorità e di impegnarsi al massimo per migliorare la propria vita e realizzare i propri desideri. “Il mio sogno è sempre stato quello di viaggiare e portare il mio contributo umano e musicale ovunque. Non mi sento di dire che stare fuori è un sacrificio, perchè in realtà è un’opportunità. Questa – conclude Cinzia – è stata la scelta migliore della mia vita”.