Cercasi volontari, un appello da Sodalitas

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Altro effetto della pandemia, in tutta Italia è calato il numero degli addetti per garantire servizi tra cui il 118

di Annalisa Atzei

Sono circa 7 milioni i volontari che oggi in Italia, liberamente e gratuitamente, contribuiscono al benessere del Paese, in silenzio, sottraendo del tempo agli affetti e al proprio tempo libero per donarlo incondizionatamente al prossimo più bisognoso. Una scelta coraggiosa, in particolare oggi, con una pandemia ancora in corso e un futuro incerto, che rende i volontari delle persone davvero speciali, ma che inevitabilmente deve fare i conti con uno scenario completamente diverso rispetto a un anno fa. Se, infatti, il diffondersi del Covid-19 da una parte ha messo in luce il contributo fondamentale di migliaia di volontari che attraverso un’organizzazione o informalmente, senza alcuna intermediazione, sono riusciti a contenere gli effetti dell’emergenza, pensiamo anche solo a tutti i gruppi che si sono mobilitati per confezionare le mascherine o alle numerosissime raccolte di generi alimentari, dall’altra, oggi, a quasi un anno dai primi casi di coronavirus in Italia, molte associazioni sono costrette a fare i conti con la perdita di un numero sempre più consistente di volontari. È il caso soprattutto di quelle realtà impegnate nell’assistenza socio-sanitaria e quindi a più stretto contatto con gli ambienti ospedalieri e con persone potenzialmente più esposte al contagio. Le motivazioni con cui si rinuncia al proprio turno sono tra le più varie, come raccontano anche alcuni responsabili delle associazioni presenti nel territorio dell’iglesiente, ma la verità ben nota ormai a chi organizza i calendari delle presenze è che spesso la paura di entrare in contatto con un positivo prende il sopravvento su tutto.
A Iglesias, l’Associazione Sodalitas dal 1988 si occupa tra le varie attività di emergenza sul territorio in collaborazione con la centrale 118, una realtà solida e ben strutturata da qualche mese in affanno per il numero decrescente di volontari addetti proprio al Servizio Sanitario di Urgenza. Le difficoltà non hanno mai scoraggiato il gruppo ma adesso l’arrivo della pandemia rischia di compromettere il servizio, garantito sino ad oggi da due turni giornalieri di sei ore ciascuno. Come spiega il presidente dell’Associazione, Luigi Cossu, ormai è da più di un anno che non si registrano nuovi ingressi tra i volontari e l’arrivo del Covid potrebbe essere il colpo di grazia per l’organizzazione: “Spesso siamo costretti a cambiare i turni all’ultimo minuto e se sfortunatamente mancano insieme due volontari si rischia di far saltare il servizio – racconta il presidente – siamo sempre meno, alcuni hanno trovato lavoro, altri hanno paura di poter essere contagiati, senza considerare che l’età media dei volontari è sempre più alta e presto molti dovranno abbandonare per aver raggiunto il limite massimo di età”. L’appello è dunque rivolto a tutti i cittadini affinché sappiano che è possibile dare il proprio contributo alla comunità anche diventando volontari del 118: la Sodalitas dal canto suo garantisce un percorso di formazione altamente qualificato e professionalizzato che consente di superare l’esame finale per diventare dei volontari effettivi. Allo stesso tempo, rassicura ancora il presidente Cossu, nessuno deve aver paura di essere esposto al contagio del coronavirus perché gli interventi vengono eseguiti sempre in totale sicurezza, sia per gli operatori che per chi richiede l’assistenza: “Paradossalmente siamo tra quelli che rischiano di meno – spiega il signor Cossu – perché ogni uscita prevede una particolare vestizione che ci mette al sicuro da ogni pericolo; si suda un po’ di più, ma la protezione è garantita”.