Salvate la sanità sarda!

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Sindacati, sindaci e numerosi cittadini in marcia dall’ospedale Santa Barbara al CTO di Iglesias, una mobilitazione che attraverserà la Sardegna

di Federico Matta
foto di Efisio Vacca

Le lancette dell’orologio segnano le 9,30 e davanti all’ospedale di Santa Barbara a Iglesias, giovedì mattina, iniziano a radunarsi i manifestanti in occasione della prima Marcia per la Salute. Sono in centinaia e annunciano battaglia per rivendicare una sanità pubblica efficiente e soprattutto, per ribadire l’importanza del diritto alla salute per tutti. Tra le bandiere delle organizzazioni sindacali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, promotrici della manifestazione, che iniziano a sventolare davanti all’ex nosocomio iglesiente, s’intravedono anche i manifesti che riportano bene evidenziate le motivazioni dell’iniziativa di protesta. “Al popolo sardo serve una sanità seria che sappia guarire i propri cittadini”, “Non ai politici sardi malati di sanità ma che non sanno garantire la salute pubblica”, “Non distruggete anche il poco rimasto”, sono alcuni dei tanti slogan sui cartelloni tenuti in alto dal corteo, che pian piano inizia a formarsi per dirigersi verso il presidio ospedaliero Cto di via Cattaneo. Un corteo con in testa i dirigenti sindacali dei pensionati e i rappresentanti della politica territoriale. Assieme ai segretari Marco Grecu (Spi Cgil), Adalberto Farina (Fnp Cisl) e Rinaldo Mereu (Uil Pensionati), infatti, sfilano anche il primo cittadino di Iglesias Mauro Usai e molti altri suoi colleghi sindaci dei comuni del Sulcis Iglesiente. In testa al corteo, anche i segretari regionali della Uil Sardegna, Francesca Ticca e Andrea Lai. “Siamo qui oggi a batterci non solo per gli anziani ma indistintamente anche per tutti i cittadini, che hanno diritto a curarsi democraticamente attraverso la sanità pubblica”. Dopo aver superato la centralissima piazza Sella e percorso interamente la via Roma, il corteo giunge davanti al Centro Traumatologico Ospedaliero, l’unico ospedale rimasto in città ma ormai depauperato di ogni servizio sanitario specialistico. Eppure secondo una programmazione dell’Assessorato regionale alla Sanità ai tempi delle Asl, doveva rappresentare l’eccellenza per il territorio. Accanto al cancello d’ingresso iniziano gli interventi dei politici e dei sindacalisti. “Nel prossimo Consiglio comunale approveremo un documento – annuncia il sindaco di Iglesias Mauro Usai – che sta già dentro il Patto della Salute sottoscritto assieme ai sindacati e alle associazioni di categoria. Sarà l’ultimo documento che presenteremo. Dopo le parole finiranno e si aprirà una grande manifestazione che partirà dai sindaci del territorio, che sono qui oggi numerosi. Pretendiamo che le idee ci vengano applicate, così come il polo di primo livello diventi una realtà. Basta con i campanilismi, dobbiamo essere uniti. Il Sulcis Iglesiente deve avere rispetto. La storia di questo territorio e dei movimenti dei lavoratori lasciano bene intendere su quale percorso dobbiamo intraprendere per la conquista dei nostri diritti”. Diritti fondamentali per la dignità delle persone. “Da molti mesi stiamo discutendo con l’assessore regionale alla sanità e con il presidente del Consiglio regionale – fa presente Marco Grecu della Spi Cgil – ai quali abbiamo chiesto di definire un Piano della sanità sarda e di garantire a tutti i cittadini un’assistenza efficiente, mettendo fine a tutte le disparità territoriali che sono presenti nell’Isola. Nulla è stato fatto. Non abbiamo bisogno di annunci ma d’impegni concreti. Stiamo chiedendo che sia urgente investire in questo territorio verso i servizi specialistici. Abbiamo indicato prima Iglesias. Proseguiremo poi in tutti i distretti della Sardegna. Chiederemo un confronto con la Giunta regionale e se questa non interverrà, organizzeremo una grande manifestazione a Cagliari di tutto il popolo sardo, per rivendicare una sanità giusta ed eccellente per tutti i cittadini”.
“Con la marcia di oggi andiamo a proporre la piena attuazione della rete ospedaliera territoriale del Sulcis Iglesiente” afferma Angelo Caria, segretario FNP CISL del Sulcis Iglesiente. “Questa manifestazione, vissuta con grandissima determinazione, fa da apripista ad un azione di livello regionale nell’ambito delle otto assl della Sardegna – commenta ancora Caria – è un risultato che vede il Sulcis Iglesiente in prima linea grazie all’impegno per il Patto per la Salute nel nostro territorio, un documento che tutti i sindaci hanno firmato con le Federazioni dei Pensionati, condividendo apprezzamento nella forma e nella sostanza per le iniziative a sostegno di una giustizia sociale che difenda il diritto universale alla salute, ora attendiamo che la Regione convochi con urgenza il confronto con le organizzazioni sociali dei pensionati”.
Seguono poi gli interventi dei sindaci di Fluminimaggiore Marco Corrias, di Tratalias Emanuele Pes e della sindaca di Carbonia Paola Massidda. “Sono qui a testimonianza di una sanità che va a rotoli – aggiunge Luca, del Coordinamento della Rete Sarda in Difesa della Sanità Pubblica – a Iglesias siamo senza risonanza magnetica e se abbiamo urgenza dobbiamo rivolgerci alle strutture a pagamento, cosa non accettabile. La Rete Sarda sarà sempre presente in difesa degli ospedali e dei cittadini. Una cosa voglio dire: cerchiamo di stare meno dietro le tastiere dei computer e di essere più presenti alle manifestazioni come queste”.
Diritto e dignità per potersi curare, continuano a essere al centro di ogni intervento. “La marcia di oggi non riguarda solo il diritto alla salute di Iglesias – conclude la segretaria generale della Uil Sardegna Francesca Ticca – da Iglesias si parte, perché questa città è sempre stata la roccaforte dei movimenti sindacali e la partenza di tutte le grandi battaglie dei lavoratori e di chi come noi ha diritto e bisogno della sanità pubblica, che può garantirci il diritto alla salute. Cgil, Cisl e Uil non hanno più intenzione di fare sconti a nessuno. È un momento di pandemia ancora. Non è possibile che davanti ai pronto soccorso dobbiamo aspettare intere notti per sapere se abbiamo bisogno o no di essere curati. Bisogna dire basta a tutti. Chi pensava che fossimo in un angolo e che non avevamo intenzione di continuare le nostre battaglie non ha capito: non riuscirà a bloccarci neanche con la pandemia. Sulla sanità è necessario riavvolgere la pellicola, ripartire da capo e dare voce reale ai cittadini. Questa marcia fondamentale abbraccerà i vari paesi dei territori sardi. Ci auguriamo diventi un fiume, che riesca ad aprire le coscienze di una classe politica, che forse non si è resa conto di quelli che sono i problemi veri e reali delle persone. Dobbiamo ripercorrere con una marcia vera la rivendicazione del diritto alla salute”.
Il corteo nella tarda mattinata si scioglie. In molti accennano tra di loro un saluto, che è soltanto un arrivederci. Perché tutti sono ormai determinati e non si fermeranno fino a quando il sacro santo diritto a essere curati non sarà finalmente conquistato.

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Pubblicato su “Sulcis Iglesiente Oggi”, numero 33 del 3 ottobre 2021