25 anni di Progetto Policoro: una Messa per ringraziare

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Celebrazione nella chiesa di San Francesco a Iglesias con gli animatori diocesani, consegnati i premi del concorso scolastico sul Creato 

di Ilaria Perduca
foto di Efisio Vacca

“Il nostro non è il tempo della semplice conservazione dell’esistente, ma della missione”. Sono le parole di San Giovanni Paolo II alla Chiesa Italiana per il III Convegno ecclesiale di Palermo “Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia”. Era il 23 novembre 1995.
Don Mario Operti, da poco diventato direttore dell’Ufficio nazionale per i Problemi Sociali e Lavoro, fa risuonare dentro di sé quelle parole nella convinzione che è necessario “star dentro la storia con amore”. Così il 14 dicembre dello stesso anno a Policoro, cittadina della Basilicata in provincia di Matera, all’ «Interrogativo esistenziale di tanti giovani che rischiano di passare dalla disoccupazione del lavoro alla disoccupazione della vita», invitava i direttori nazionali e diocesani degli Uffici giovanili, delle Pastorali del lavoro e delle Caritas del sud a domandarsi sulla questione della disoccupazione nel sud Italia. Nasce così il Progetto Policoro che nel 2020 ha festeggiato la sua presenza nelle 130 diocesi italiane oggi aderenti. 25 anni di storie, incontri, progetti, imprese. Una storia che tocca anche la diocesi di Iglesias dal 1997, quando l’allora Vescovo Mons. Arrigo Miglio decise di sposare la bontà del Progetto e aderirvi. E proprio alla presenza di Mons. Miglio, Mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo attuale, il 14 dicembre 2020, ha presieduto la Santa Messa di ringraziamento per il Progetto Policoro nazionale e diocesano, nella chiesa di San Francesco a Iglesias. Nel ricordo del convegno di Palermo sono risuonate forti le parole di Mons. Miglio nel suo intervento tenuto dopo la celebrazione, parole ancora oggi molto attuali a distanza di 25 anni. Presente alla funzione spiritualmente e con un messaggio di ricordo anche Mons. Tarcisio Pillolla, vescovo di Iglesias dal 1999 al 2007. Non potevano mancare le équipe, composte dai direttori della Pastorale Sociale del Lavoro, della Pastorale Giovanile e della Caritas e dagli Animatori di Comunità, che hanno prestato e prestano servizio in diocesi, le attività lavorative che hanno avuto e stanno ricevendo supporto nella loro creazione e realizzazione dal Progetto Policoro diocesano, diventate e apprestandosi a diventare Gesti Concreti, e i direttori degli uffici diocesani. Invitati inoltre i referenti degli istituti scolastici che, con le loro classi, hanno partecipato alla Prima Edizione del concorso indetto dalla Diocesi di Iglesias “Insieme per il creato” – L’Amazzonia iglesiente”. A fine funzione l’Istituto Comprensivo “V. Angius” di Portoscuso, la Scuola “Madre Camilla Gritti” di Carbonia, l’Istituto Comprensivo “G. Marconi” di San Giovanni Suergiu, l’Istituto Comprensivo “P. Allori” di Iglesias e l’Istituto Globale S. Antioco hanno ricevuto la targa ricordo celebrativa e un premio in denaro da utilizzare per i bisogni scolastici delle classi che si sono aggiudicate il titolo di “Custodi della terra e della biodiversità che la abita”.
Il Progetto Policoro continua quindi il suo cammino fianco a fianco dei giovani, da quelli del passato a quelli del futuro, in quest’anno ancora segnato dalla pandemia e dalle difficoltà che ha e avrà il mondo del lavoro. Un anno dedicato a San Giuseppe, come Mons. Zedda ha ricordato nell’omelia facendo sue le parole della lettera apostolica “Patris corde” di Papa Francesco, perché siano di faro a tutti coloro che fanno e faranno parte del Progetto Policoro: “La persona che lavora […] collabora con Dio stesso, diventa un po’ creatore del mondo che ci circonda. La crisi del nostro tempo […] può rappresentare per tutti un appello a riscoprire il valore, l’importanza e la necessità del lavoro per dare origine a una nuova “normalità”, in cui nessuno sia escluso. Il lavoro di San Giuseppe ci ricorda che Dio stesso fatto uomo non ha disdegnato di lavorare. La perdita del lavoro […] dev’essere un richiamo a rivedere le nostre priorità. Imploriamo San Giuseppe lavoratore perché possiamo trovare strade che ci impegnino a dire: nessun giovane, nessuna persona, nessuna famiglia senza lavoro!”